Descrizione:
Finocchio Dolce: Olio essenziale purissimo professionale...
Scheda Tecnica • Nome volgare: Finocchio dolce • Nome botanico: Foeniculum vulgare • Famiglia: Apiaceae • Sinonimi e nomi stranieri: Finocchio romano, funocchio di Lucca, finocchino. Fencheloel, oil of sweet fennel, essence de fenouil.
Costituenti principali: trans-anetolo (oltre il 70 %), limonene, estragolo, fencone (in quantità trascurabile rispetto alla varietà amara), cis-anetolo (tracce).
Predominanza: Il suo odore caldo, dolce leggermente terroso e rotondo sottolinea bene l’aspetto yang di questa pianta.
Nota: L’aroma caldo e avvolgente permanente e di scarsa volatilità sottolinea la nota di base caratterizzante questa essenza.
• Pianeta governatore: Questa pianta facilita tutti gli scambi del corpo con il mondo esterno. A livello intestinale si concretizza maggiormente la sua spiccata tendenza a velocizzare transiti e assorbimenti dovuta alla predominanza di mercurio.
Chakra di riferimento: Malgrado l’impiego ed effetto di questo olio essenziale sia realmente vasto, è necessario segnalare la sua attività principale a carico del sistema digestivo terminale alimentato energeticamente dal 2° chakra.
Aspetto fisico: Il finocchio dolce è una pianticella erbacea perenne, ha radice fusiforme, fusto eretto e ramoso che può raggiungere l’altezza di 2 metri. Le foglie abbracciano il fusto e sono più volte finemente divise in lobi filiformi. I fiori sono di colore giallo e disposti in ombrelle composte senza involucro. Vi sono due varietà di finocchio che si coltivano: la dolce e l’amara. Nel nostro caso esamineremo la dolce, o meglio la parte che più ci interessa e cioè i frutti. Essi sono più lunghi da 6 a 10 mm, di colore giallo oro, con coste più acute ed aroma più delicato del finocchio amaro e possiedono molti canali oleiferi. Le masse bianche, che sono alla base delle piante dove iniziano i rami, costituiscono un ortaggio pregiato per l’alimentazione umana.
Provenienza: Il finocchio dolce, secondo l’autorevole opinione di alcuni autori, è originario all’isola di Malta, ove fu introdotto da alcuni monaci o crociati migliaia di anni fa. In realtà il suo habitat è la regione del mediterraneo, dove è coltivato soprattutto in Italia, Grecia e Francia. Si trova anche nel resto d’Europa ed in alcune parti dell’Asia e degli Stati Uniti.
Parti impiegate: I frutti detti volgarmente semi preventivamente pestati.
Metodi estrattivi: L’olio essenziale di finocchio dolce si estrae per distillazione in corrente di vapore dei frutti pestati ed essiccati. La resa si aggira tra il 2 ed il 3 %.
Caratteristiche: Liquido incolore o giallo chiaro, con odore di finocchio, molto dolce simile all’anice. L’aspetto organolettico si presenta dapprima amarognolo, poi dolciastro ed infine canforaceo. Può solidificarsi a bassa temperatura. L’olio di finocchio dolce possiede un aroma molto più dolce e delicato rispetto alla varietà amara.
Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente arancio, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
Capacità di stimolo emozionale: L’olio essenziale di finocchio dolce, se utilizzato in quantità moderate, riduce lo stress e regolarizza tutto il sistema neurovegetativo. La sua azione è essenzialmente protettiva nei confronti dell’aggressività derivata dalle frustrazioni di chi ci circonda. Il finocchio ci guida nell’aprirsi al prossimo con amore e gioia entrando in empatia armoniosa con tutti. L’antica tradizione attribuiva a questa pianta la peculiare proprietà di migliorare la vista. In verità, ai giorni nostri, tale proprietà è stata smentita a favore di una reinterpretazione che lo vuole capace di stimolare la nostra lungimiranza e chiara visione del futuro.
Altri usi: L’essenza di finocchio viene adoperato in pasticceria ed in liquoreria, soprattutto nella realizzazione del brandy, quale aromatizzante. Nell’industria farmaceutica è impiegato in pastiglie ed in preparati ad uso orale come rimedio alla tosse, come lassativo e carminativo. Si utilizza nell’industria cosmetica, principalmente nei prodotti per l’igiene personale, dei saponi e dei profumi. E’ un buon agente mascherante, nei prodotti industriali, come deodorante per ambienti od insetticidi. Viene comunemente usato come antibatterico naturale in agricoltura in quanto è un buon batteriostatico verso determinati batteri quali l’Aerobacter aerogenes, che colpisce in modo particolare le olive verdi di Spagna.
Precauzioni e controindicazioni all’uso: L’olio essenziale di finocchio dolce è atossico, non irrita e non causa sensibilizzazione, se usato con moderazione. La varietà amara è invece da trattare con molta attenzione in quanto possiede attività narcotiche ad alto dosaggio e non si deve usare sulla pelle in quanto sensibilizzante. E’ necessario non impiegarlo in entrambi i casi con soggetti in gravidanza ed epilettici.
Annotazioni storico-culturale: Nell’antichità, su alcuni papiri egizi, nelle descrizioni del romano Plinio e su scritti medievali, il finocchio è citato come pianta medicinale dalle straordinarie virtù. La qualità di migliorare la vista ed irrobustire gli occhi, bevendone il succo crudo direttamente dal fusto, è decisamente la dote più frequentemente attribuitagli in passato. Era inoltre ritenuto fonte di longevità, coraggio e forza ed utilizzata per allontanare gli spiriti maligni, le cattive influenze planetarie e neutralizzare i veleni. In Oriente quest’essenza è tuttora considerata utile per la cura di fegato, milza e nei disturbi digestivi.
Armonizzazioni con altri oli essenziali: Geranio, lavanda vera 40/42, rosa damascena e sandalo india (legno).
Contenuto Confezione: Flacone astucciato munito di dosatore contagocce da 10 ml.
Bibliografia: Zuccari
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L'Aromaterapia: Il termine Aromaterapia significa letteralmente "terapia con sostanze aromatiche". L'aromaterapia è quindi quella branca della fitoterapia che usa gli oli essenziali, detti anche oli eterei, nella cura di alcune malattie. L'uso più scientifico che è stato fatto con gli oli essenziali è quello battericida. Valnet, Gattefossè, Tisserand e Belaiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di alcuni oli essenziali, detti oli maggiori, nella cura di numerose malattie infettive. Attualmente l'uso orale degli oli essenziali non è consentito, ragion per cui ci si deve necessariamente accontentare di sfruttare le loro proprietà attraverso la loro diffusione nell'ambiente. Pare che recentissime ricerche abbiano confermato la loro azione sul sistema nervoso, i quali influenzerebbero positivamente le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Come si ottengono gli oli essenziali: Gli olii essenziali vengono solitamente estratti mediante distillazione in corrente di vapore, anche se in alcuni casi (epicarpo degli agrumi) la spremitura avviene a freddo con il metodo della sfumatura. Gli oli essenziali vengono separati dall'acqua che li accompagnano, mediante decantazione e successiva separazione operata con apposito imbuto separatore. Gli oli essenziali sono sostanze prodotte dal metabolismo della pianta e contenute all'interno di vari organi della pianta stessa (foglie, frutti, semi, radici ecc). Gli oli essenziali sono sostanze volatili che si diffondono nell’aria anche a temperatura ambiente. Contrariamente a quanto si può profanamente pensare, e a dispetto del loro nome, gli oli essenziali non sono affatto sostanze grasse, le quali non hanno affatto la capacità di volatilizzare nell'ambiente. Gli oli essenziali vengono sovente chiamati "essenze"; tuttavia questo termine è piuttosto equivoco, poiché anche le sostanze aromatiche di sintesi possono essere definite tali. In realtà solo gli oli essenziali hanno la prerogativa di essere naturali perché ottenuti per estrazione da fonti vegetali.
Solubilità: Gli oli essenziali sono solubili in olio ed alcool etilico. Sono assolutamente insolubili in acqua.
Cosa evitare: • Non vanno usati puri sulla pelle o assunti per via orale senza precise indicazioni mediche. • Evitare il contatto con occhi e mucose. • A causa della loro insolubilità in acqua, sconsigliamo i bagni in cui sia preventivamente stato versato uno o più oli essenziali, perché verrebbero a contatto diretto con la pelle senza loro diluizione.
Usi più frequenti: • Diluiti in oli fissi (olio di mandorle dolci, di lino, di jojoba etc) e spalmati sul corpo mediante massaggio. • Per diffusione nell'ambiente mettendo alcune gocce nell'acqua di un diffusore d'aromi o nella vaschetta del termosifone. • Attraverso inalazione diretta mediante suffumigi (4-5 gocce di oli adatti a questo scopo nell'acqua molto calda ma non bollente), oppure mettendo 2-3 gocce sul fazzoletto che deve essere accostato al naso dalla parte opposta onde evitare il contatto diretto con la pelle. • Per gargarismi previa diluizione degli oli essenziali su una soluzione idroalcolica (quest'ultimo uso richiede una minima conoscenza della tecnica galenica).
Adriano Sonnini |