Descrizione:
Chiodi di Garofano: Olio essenziale purissimo professionale...
Scheda Tecnica • Nome volgare: Garofano • Nome botanico: Eugenia caryophyllata • Famiglia: Mirtaceae • Sinonimi e nomi stranieri: syzygim aromaticum, caryophyllus aromaticus, jambosa caryophyllus, eugenia aromatica, albero reale. Nelkenoel-knospen, oil of clove-bud, essence de girofle-clous.
Costituenti principali: 1eugenolo (oltre l’80 %), acetato di eugenolo, cariofillene, umulene.
Predominanza: La predominanza di questa speciale spezia, riscaldante e stimolante è decisamente yang.
Nota: La nota alta fresco-fruttata ma allo stesso tempo calda e suadente si colloca bene tra quelle di cuore.
• Pianeta governatore: Il pianeta che governa questa pianta è quello di venere, da cui trae le straordinarie capacità afrodisiache ed empatiche.
Chakra di riferimento: La particolare interazione con il cavo oro-faringeo, le marcate proprietà riequilibranti per tutto l’apparato respiratorio ci suggeriscono il canale energetico dove questo stimolante olio agisce, il 5° chakra.
Aspetto fisico: La pianta del garofano è un albero sempreverde che può raggiungere un’altezza di 9-15 metri. Questa pianta è caratterizzata da foglie grandi e lucenti, di colore verde, disposte a coppie con un peduncolo ridotto. I fiori, chiamati ipanzio, crescono in grappoli e sono inizialmente di colore verde chiaro, con il tempo il calice diventa rosato, questo è il momento adatto al raccolto. I fiori lasciati maturare divengono color rosso scuro a causa della formazione di flobafeni. Dopo la fioritura inizia la formazione dei semi. Le coltivazioni di questo tipo di pianta vengono effettuate con piccole pianticelle di un anno di età, durante il periodo umido, usando, come riparo dai raggi del sole, le piante più vecchie e ormai non più produttive. I garofani ben curati danno il primo raccolto dopo 5 anni, altrimenti ne possono trascorrere anche 8-10. Il raccolto aumenta con il passare del tempo, la pianta rimane produttiva per molti anni, alcune piante danno ancora un ottimo raccolto all’età di 100 anni.
Provenienza: Il garofano è probabilmente originario dell’Asia tropicale ed in particolare delle isole Molucche, dove il commercio dei chiodi di garofano, come spezia, fu monopolio olandese fin dal 1769. Attualmente le principali fonti di approvvigionamento sono il Madagascar, Zanzibar, alcuni paesi della costa africana orientale e l’isola di Malta.
Parti impiegate: I boccioli floreali essicati, chiamati appunto chiodi.
Metodi estrattivi: L’olio essenziale di garofano chiodi si estrae per distillazione con acqua e più raramente in corrente di vapore. Dalle gemme fiorifere, raccolte a mano, essiccate al sole e finemente sminuzzate se ne ottiene una discreta quantità. Esiste un ulteriore metodo estrattivo, l’idrolisi che converte gran parte dell’acetileugenolo naturale in eugenolo, per questo motivo è preferibile utilizzare il metodo per distillazione. La resa di olio essenziale dalla pianta fresca si aggira tra l’8 ed il 20%. Esistono in commercio anche estratti dai gambi e dalle foglie del garofano. L’estratto delle gemme resta comunque il meno tossico e l’unico consigliabile per un utilizzo in aromotecnica.
Caratteristiche: Liquido quasi incolore o giallo chiaro, denso, con odore penetrante di garofani, pungente e fenolico, e sapore acre e caustico.
Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente blu, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
Capacità di stimolo emozionale: L’olio essenziale di chiodi di garofano è grande afrodisiaco, dalle qualità calde e suadenti, in grado di aprire ogni uno di noi alla sensualità ed al rapporto con il partner. Carica fortemente di energia qualunque ambiente liberandolo da infestazioni microbiche e negative. Il risultato è un contesto piacevole in cui ci si sente avvolti e protetti e dove le nostre barriere razionali si abbassano per lasciare posto all’istintività. Con arancio e cannella riscalda creando un tipico ambiente invernale.
Altri usi: L’essenza chiodi di garofano viene impiegata quale aromatizzante, nell’industria alimentare, in salse, condimenti, prodotti in scatola, in miscele di spezie, come ad esempio la miscela base per la preparazione del famoso “vin brulè” ed in numerosi dolci, canditi e gomme da masticare. Nell’industria farmaceutica è impiegato in preparazioni dentarie ed in dentifrici. Si utilizza nell’industria cosmetica, principalmente nei prodotti per l’igiene personale, nei saponi e nei profumi. E’ un costituente nella preparazione di inchiostro da stampa, colle, vernici e come materia di partenza per isolare l’eugenolo. In questo caso si utilizzano gli oli di minor valore come quelli estratti dalle foglie e dai gambi della pianta stessa.
Precauzioni e controindicazioni all’uso: L’olio essenziale di garofano chiodi, può causare irritazioni cutanee e delle mucose. Per l’uso esterno va sempre impiegato diluito; in alcuni casi può dare luogo a dermatiti da contatto. Per l’uso interno usare con moderazione
Annotazioni storico-culturale: Il termine chiodi descrive l’aspetto del bocciolo fiorale ancora chiuso, mentre garofano, in latino, caryophyllus, sta ad indicare che l’aroma dell’essenza richiama quello del nostro garofano selvatico, dianthus carthusianorum. In realtà anche nel garofano selvatico si trova la presenza di eugenolo. Il chiodo di garofano è una delle rare droghe costituita da gemme. Sempre restando nel campo delle curiosità linguistiche si ricorda che il garofano viene chiamato anche con il temine “jambosa” che deriva dal suo nome indiano e che il termine “eugenia” deriva dal genere dedicato al principe Eugenio di Savoia, cultore di botanica. I chiodi di garofano sono largamente impiegati in tutto il mondo come spezia domestica. Si utilizzano macerati nel vino per alleviare i dolori da parto, in tintura, per disinfettare piaghe e ferite e per disturbi digestivi, e, in infuso, contro la nausea ed in vari tipi di forme contro i dolori dentari. Nella medicina cinese si utilizza l’olio essenziale per molti scopi. In Indonesia é molto diffusa una sigaretta contenente polvere di chiodi di garofano mescolata a tabacco.
Armonizzazioni con altri oli essenziali: Bergamotto, lavanda vera 40/42, rosa damascena, salvia sclarea ed ylang-ylang extra.
Contenuto Confezione: Flacone astucciato munito di dosatore contagocce da 10 ml.
Bibliografia: Zuccari
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L'Aromaterapia: Il termine Aromaterapia significa letteralmente "terapia con sostanze aromatiche". L'aromaterapia è quindi quella branca della fitoterapia che usa gli oli essenziali, detti anche oli eterei, nella cura di alcune malattie. L'uso più scientifico che è stato fatto con gli oli essenziali è quello battericida. Valnet, Gattefossè, Tisserand e Belaiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di alcuni oli essenziali, detti oli maggiori, nella cura di numerose malattie infettive. Attualmente l'uso orale degli oli essenziali non è consentito, ragion per cui ci si deve necessariamente accontentare di sfruttare le loro proprietà attraverso la loro diffusione nell'ambiente. Pare che recentissime ricerche abbiano confermato la loro azione sul sistema nervoso, i quali influenzerebbero positivamente le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Come si ottengono gli oli essenziali: Gli olii essenziali vengono solitamente estratti mediante distillazione in corrente di vapore, anche se in alcuni casi (epicarpo degli agrumi) la spremitura avviene a freddo con il metodo della sfumatura. Gli oli essenziali vengono separati dall'acqua che li accompagnano, mediante decantazione e successiva separazione operata con apposito imbuto separatore. Gli oli essenziali sono sostanze prodotte dal metabolismo della pianta e contenute all'interno di vari organi della pianta stessa (foglie, frutti, semi, radici ecc). Gli oli essenziali sono sostanze volatili che si diffondono nell’aria anche a temperatura ambiente. Contrariamente a quanto si può profanamente pensare, e a dispetto del loro nome, gli oli essenziali non sono affatto sostanze grasse, le quali non hanno affatto la capacità di volatilizzare nell'ambiente. Gli oli essenziali vengono sovente chiamati "essenze"; tuttavia questo termine è piuttosto equivoco, poiché anche le sostanze aromatiche di sintesi possono essere definite tali. In realtà solo gli oli essenziali hanno la prerogativa di essere naturali perché ottenuti per estrazione da fonti vegetali.
Solubilità: Gli oli essenziali sono solubili in olio ed alcool etilico. Sono assolutamente insolubili in acqua.
Cosa evitare: • Non vanno usati puri sulla pelle o assunti per via orale senza precise indicazioni mediche. • Evitare il contatto con occhi e mucose. • A causa della loro insolubilità in acqua, sconsigliamo i bagni in cui sia preventivamente stato versato uno o più oli essenziali, perché verrebbero a contatto diretto con la pelle senza loro diluizione.
Usi più frequenti: • Diluiti in oli fissi (olio di mandorle dolci, di lino, di jojoba etc) e spalmati sul corpo mediante massaggio. • Per diffusione nell'ambiente mettendo alcune gocce nell'acqua di un diffusore d'aromi o nella vaschetta del termosifone. • Attraverso inalazione diretta mediante suffumigi (4-5 gocce di oli adatti a questo scopo nell'acqua molto calda ma non bollente), oppure mettendo 2-3 gocce sul fazzoletto che deve essere accostato al naso dalla parte opposta onde evitare il contatto diretto con la pelle. • Per gargarismi previa diluizione degli oli essenziali su una soluzione idroalcolica (quest'ultimo uso richiede una minima conoscenza della tecnica galenica).
Adriano Sonnini |