Descrizione:
Ginepro: Olio essenziale purissimo professionale...
Scheda Tecnica • Nome volgare: Ginepro • Nome botanico: Juniperus communis fructus • Famiglia: Cupressaceae • Sinonimi e nomi stranieri: Ginepro nero, ginepro comune. Wacholderbeeroel, juniperberry oil, essence de geniévre.
Costituenti principali: Alfa e beta-pinene (oltre il 55 %), mircene, limonene, sabinene, germacrene, cariofillene, gamma-terpinene.
Predominanza: Il calore sprigionato da quest’essenza e la sua dipendenza dal sole, compensano ampiamente la sua tendenza astringente e riducente ed alcune modalità d’azione femminili, tanto da poterla comunque definire a predominanza yang.
Nota: La nota media del ginepro bacche è di cuore.
• Pianeta governatore: Il ginepro è una pianta atra nota per i suoi impieghi funerari. Le sue qualità sono comparabili a quelle di cipresso ed incenso, tanto che risulta dominata dallo stesso pianeta, saturno.
Chakra di riferimento: Malgrado l’influenza di questa pianta sacra si esplichi bene a favore del 2° chakra, in quanto esistono molteplici qualità terapeutiche, dell’olio essenziale da essa ricavato, a favore di organi situati nella parte addominale del nostro corpo compreso lo stimolo per gli organi emuntori, non sono da sottovalutare alcune sue caratteristiche energetiche a favore del 7° chakra.
Aspetto fisico: Il ginepro è una pianta cespugliosa, appartenente ad una famiglia della classe delle conifere che si sviluppa sino ad un’altezza variante tra 1,5 e 3 metri. Vegeta in genere su colline e montagne in radure esposte al sole, sia isolato che in piccoli boschetti. Presenta foglie aghiformi rigide e strette di colore verde intenso. Produce delle bacche che maturano a due anni di età, passando da un iniziale colore verde al bluastro. In realtà, come descritto nella F.U. IX, non si tratta di vere e proprie bacche, né di un vero frutto, ma bensì di uno pseudofrutto che si definisce con lo strano nome di “galbulo” o “strabilio bacciforme”. In italiano si definiscono anche “coccole”. Il raccolto viene effettuato per battitura da metà agosto a metà settembre circa, in modo che le bacche mature cadano in cesti o teli posti sotto la pianta. In seguito vengono setacciate e mondate dai fuscelli e dalle foglie e stese in strati sottili per impedirne la fermentazione che danneggerebbe l’aroma.
Provenienza: Il ginepro è originario dell’emisfero boreale, cresce spontaneo in Europa, Asia e meno diffusamente negli Stati Uniti. I maggiori produttori sono l’Italia, nella zona Appenninica, la ex Jugoslavia, l’Ungheria, la Cecoslovacchia ed il Tirolo. Ultimamente si sono affacciati sul mercato mondiale di quest’essenza Albania e Macedonia.
Parti impiegate: Gli pseudofrutti o galbuli maturi, in genere chiamati semplicemente bacche.
Metodi estrattivi: L’olio essenziale del ginepro bacche si estrae per distillazione in corrente di vapore delle bacche essiccate. La resa si aggira tra lo 0,7 ed l’1,6%.
Caratteristiche: Liquido incolore o giallo pallido, con odore legnoso-balsamico, caldo ed agreste, simile alla trementina.
Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente viola, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
Capacità di stimolo emozionale: Questa essenza fin dall’antichità fu utilizzata per scopi religiosi, infatti il ginepro è una pianta atra, cioè nera. Il cipresso, possiede la capacità di segnare il limite tra il materiale e l’immateriale. Proprio per questo motivo veniva utilizzata nelle cerimonie propiziatorie e per separare i cimiteri dal mondo dei vivi, il confine che è necessario oltrepassare per poter attraverso la purificazione rinascere ad una nuova vita. Esso trova impiego nelle cerimonie propiziatorie, per amplificare la potenza magica ed in incantesimi d’amore, quale filtro afrodisiaco. Come altre piante saturnine, anche il ginepro, possiede la capacità di purificare, la nostra anima ed il nostro corpo, prima della sua rinascita. Dà forza interiore a chi ne è sprovvisto, combatte la paura e le frustrazioni nelle persone timide e poco determinate. Risveglia la libido, nelle persone stanche e poco propense alle attività in genere.
Altri usi: La polvere delle bacche di questa pianta viene impiegata in prepararti erboristici, come diuretici e lassativi. E’ utilizzata anche in veterinaria in preparati parassiticidi. Viene molto usata per prodotti tecnici come deodoranti per ambienti e simili. In profumeria si utilizza quale modificatore di essenze di pino e conferisce note balsamiche e fresche alle composizioni. Si utilizza anche in campo cosmetico sempre come aromatizzante di detergenti, saponi e cosmetici. Per l’utilizzo in campo alimentare si preferisce un’essenza deterpenata per salse e condimenti. Risulta essere la base per aromatizzare molti liquori fra cui il gin ed il doornkaat. La sua fermentazione infatti viene impiegata nella produzione del Gin.
Precauzioni e controindicazioni all’uso: L’olio essenziale di ginepro bacche è generalmente atossico, non causa sensibilizzazione, ma può essere leggermente irritante e va usato con moderazione. L’olio che si ricava dalla pianta intera o dal legno è più irritante, anche perché è generalmente adulterato con trementina, se ne sconsiglia quindi l’utilizzo. E’ bene fare attenzione a non usare quest’olio in gravidanza e nei soggetti con nefriti in atto o disfunzioni renali. In caso di uso prolungato o di sovradosaggio possono comparire leggere sintomatologie a carico dei reni.
Annotazioni storico-culturale: Il ginepro viene utilizzato fin nell’antichità per scopi sia religiosi che terapeutici. Sotto diversi aspetti ricorda il cipresso. I Greci offrivano il fumo, denso e acre, prodotto dalla combustione dei suoi rami alle divinità infernali. Esso trova una collocazione anche nella tradizione cristiana come pianta protettiva, infatti nascose la Madonna e Gesù ai soldati di Erode e nella Bibbia, Elia, cibandosi delle sue bacche, trova sollievo alla sua angoscia profonda e la forza per rinnovarsi. Nella tradizione erboristica il ginepro trova una larga considerazione soprattutto nei paesi alpini, dove è citato nella farmacopea svizzera e tedesca. E’ utilizzato per le infezioni urinarie, i problemi respiratori, l’eliminazione dell’acido urico e le infezioni gastrointestinali. Nella farmacopea britannica lo si trova per le cistiti ed i dolori di origine reumatica.
Armonizzazioni con altri oli essenziali: Cedro U.S.A., cipresso, geranio, lavanda vera 40/42, pino mugo siberiano, pino silvestre, rosmarino, sandalo india (legno), salvia sclarea.
Contenuto Confezione: Flacone astucciato munito di dosatore contagocce da 5 ml.
Bibliografia: Zuccari
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L'Aromaterapia: Il termine Aromaterapia significa letteralmente "terapia con sostanze aromatiche". L'aromaterapia è quindi quella branca della fitoterapia che usa gli oli essenziali, detti anche oli eterei, nella cura di alcune malattie. L'uso più scientifico che è stato fatto con gli oli essenziali è quello battericida. Valnet, Gattefossè, Tisserand e Belaiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di alcuni oli essenziali, detti oli maggiori, nella cura di numerose malattie infettive. Attualmente l'uso orale degli oli essenziali non è consentito, ragion per cui ci si deve necessariamente accontentare di sfruttare le loro proprietà attraverso la loro diffusione nell'ambiente. Pare che recentissime ricerche abbiano confermato la loro azione sul sistema nervoso, i quali influenzerebbero positivamente le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Come si ottengono gli oli essenziali: Gli olii essenziali vengono solitamente estratti mediante distillazione in corrente di vapore, anche se in alcuni casi (epicarpo degli agrumi) la spremitura avviene a freddo con il metodo della sfumatura. Gli oli essenziali vengono separati dall'acqua che li accompagnano, mediante decantazione e successiva separazione operata con apposito imbuto separatore. Gli oli essenziali sono sostanze prodotte dal metabolismo della pianta e contenute all'interno di vari organi della pianta stessa (foglie, frutti, semi, radici ecc). Gli oli essenziali sono sostanze volatili che si diffondono nell’aria anche a temperatura ambiente. Contrariamente a quanto si può profanamente pensare, e a dispetto del loro nome, gli oli essenziali non sono affatto sostanze grasse, le quali non hanno affatto la capacità di volatilizzare nell'ambiente. Gli oli essenziali vengono sovente chiamati "essenze"; tuttavia questo termine è piuttosto equivoco, poiché anche le sostanze aromatiche di sintesi possono essere definite tali. In realtà solo gli oli essenziali hanno la prerogativa di essere naturali perché ottenuti per estrazione da fonti vegetali.
Solubilità: Gli oli essenziali sono solubili in olio ed alcool etilico. Sono assolutamente insolubili in acqua.
Cosa evitare: • Non vanno usati puri sulla pelle o assunti per via orale senza precise indicazioni mediche. • Evitare il contatto con occhi e mucose. • A causa della loro insolubilità in acqua, sconsigliamo i bagni in cui sia preventivamente stato versato uno o più oli essenziali, perché verrebbero a contatto diretto con la pelle senza loro diluizione.
Usi più frequenti: • Diluiti in oli fissi (olio di mandorle dolci, di lino, di jojoba etc) e spalmati sul corpo mediante massaggio. • Per diffusione nell'ambiente mettendo alcune gocce nell'acqua di un diffusore d'aromi o nella vaschetta del termosifone. • Attraverso inalazione diretta mediante suffumigi (4-5 gocce di oli adatti a questo scopo nell'acqua molto calda ma non bollente), oppure mettendo 2-3 gocce sul fazzoletto che deve essere accostato al naso dalla parte opposta onde evitare il contatto diretto con la pelle. • Per gargarismi previa diluizione degli oli essenziali su una soluzione idroalcolica (quest'ultimo uso richiede una minima conoscenza della tecnica galenica).
Adriano Sonnini |