Descrizione:
Salvia officinalis: Olio essenziale purissimo professionale...
Scheda Tecnica • Nome volgare: Salvia Officinale • Nome botanico: Salvia officinalis • Famiglia: Labiatae • Sinonimi e nomi stranieri: Erba delle corone, coronario, tresmarino, ramerino, rosamarina. Rosmarinoel, oil of rosemary, essence de romarin.
Costituenti principali: Alfa e beta-tujone, canfora, 1,8-cineolo, cariofillene, umulene, canfene, borneolo, alfa e beta-pinene, acetato di bornile,
Predominanza: Femminile, spesso subdola o eccessivamente ed ingiustificatamente aggressiva, la salvia officinale è una essenza yin adatta all’impiego di pochi eletti.
Nota: Dalla salvia officinale si ottiene un olio essenziale la cui volatilità e percezione sono decisamente percepiti nella parte alta del corpo, la testa.
• Pianeta governatore: La modalità d’azione, decisa e spesso eccessiva, della salvia officinale, soprattutto nei confronti del metabolismo ricorda bene il carattere di giove.
Chakra di riferimento: L’azione indiretta su fegato e stomaco e, sulle loro manifestazioni metabolicamente indirette, come il sistema linfatico, fanno comprendere come la salvia officinale stimoli il 3° chakra meglio di altri.
Aspetto fisico: La salvia officinale è una pianta erbacea perenne e sempreverde di aspetto cespuglioso, possiede un fusto quadrangolare alto 30-50 cm coperto di peluria grigiastra come le foglie che opposte, picciolate ed oblunghe evidenziano un margine smerlato. I fiori sono violacei, disposti in grappoli e formati da due labbri, il superiore a volta e l’inferiore trilobo. Il calice fruttifero contiene quattro cocchi. Le foglie sono ricche di olio essenziale nelle ore più calde della giornata, tra mezzogiorno e le quattro, inoltre quelle giovani contengono più olio essenziale delle vecchie. Cresce e si sviluppa fino a 1000 metri di altitudine.
Provenienza: La salvia officinale è originaria del bacino mediterraneo, oggi cresce e viene coltivata, come aromatizzante per i cibi, in tutta l’Europa, nei paesi balcanici, in Asia minore, in Siria, in India e nel Nord America. I paesi che producono più essenza sono la Spagna, la Francia.
Parti impiegate: Gli steli fogliati.
Metodi estrattivi: L’olio essenziale di salvia officinale si estrae mediante distillazione in corrente di vapore dalle parti della pianta fresche o essiccate e sminuzzate. L’estrazione dal fresco o dal secco porta ad una evidente differenza di resa, la quale si aggira tra lo 0,1 e lo 0,5%.
Caratteristiche: L’olio essenziale di salvia officinale è un liquido incolore o giallino, con odore erbaceo, fresco e caratteristicamente canforaceo.
Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente giallo, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
Capacità di stimolo emozionale: Malgrado agisca sul 3° chakra la salvia officinale aiuta ad esprimere bene alcune peculiarità del plesso tiroideo come lo stimolo della capacità creativa e comunicativa. In buona sostanza aiuta a esprimersi con le parole giuste al momento giusto. Purifica tutto ciò che non è armonico rendendosi addirittura pericolosa in persone disarmoniche. Per i cultori della chimica si conosce l’effetto velenoso del tujone che, presente spesso in più del 40% nel suo olio essenziale, ne rende impossibile l’uso orale. Per quanto riguarda lo stimolo del plesso solare è sicuramente utile segnalare il suo deciso effetto euforizzante e rafforzante in generale.
Altri usi: L’olio essenziale di salvia officinale viene utilizzato per l’aromatizzazione di prodotti alimentari di ogni genere come le salse, i condimenti, le miscele di spezie, le carni conservate, i salumi e nel campo liquoristico negli aperitivi, negli amari ed in diversi liquori. In profumeria ed in cosmesi si amalgama bene con la lavanda, il rosmarino e tutte le esperidee e viene usato molto per la preparazione di lozioni, prodotti antitraspiranti, saponi e detergenti per l’igiene intima. Si usa in alcune preparazioni farmaceutiche fra cui collutori e dentifrici.
Precauzioni e controindicazioni all’uso: L’olio essenziale di salvia officinale può essere tossico se utilizzato per via orale, per questo consigliamo di utilizzarlo con cautela. Il suo uso sulla pelle non provoca sensibilizzazione e non irrita. E’ bene fare attenzione a non usarlo in gravidanza e nei soggetti epilettici.
Annotazioni storico-culturali: Il nome tedesco “salbe” che si utilizza per indicare una famosa pomata, viene fatto derivare da “salvia”, che, a sua volta, viene fatto risalire al latino salvus, intatto, sano, in buono stato. Come tutte le piante di origine mediterranea, la salvia ha profonde radici nella tradizione mitologica greca. Giove, re dell’Olimpo, fu allattato da una capra che si cibava con le foglie di una pianta di salvia, e questo rendeva il latte profumato e carico di un potere divino. Dai greci veniva chiamata “l’erba di Giove”. Per i latini la “dea Salus” era colei che garantiva la salute individuale e di tutta la collettività, ancora oggi troviamo innumerevoli cliniche ed ospedali sotto questo nome. I medici dell’antica e rinomata “Scola Medica Salernitana” la definivano “salvia sanatrix”, ritenendola importante per la regolazione di tutte le funzioni vitali dell’uomo. Nella tradizione popolare è da sempre legata alle funzioni riproduttive ed al mondo femminile, il suo utilizzo più diffuso era nei problemi mestruali, ma anche per problemi digestivi e nelle infezioni respiratorie. Tutto questo oltre al tradizionale uso in cucina come aromatizzante.
Armonizzazioni con altri oli essenziali: Lavanda vera 40/42, limone, mandarino, rosa damascena, rosmarino.
Contenuto Confezione: Flacone astucciato munito di dosatore contagocce da 10 ml.
Bibliografia: Zuccari
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L'Aromaterapia: Il termine Aromaterapia significa letteralmente "terapia con sostanze aromatiche". L'aromaterapia è quindi quella branca della fitoterapia che usa gli oli essenziali, detti anche oli eterei, nella cura di alcune malattie. L'uso più scientifico che è stato fatto con gli oli essenziali è quello battericida. Valnet, Gattefossè, Tisserand e Belaiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di alcuni oli essenziali, detti oli maggiori, nella cura di numerose malattie infettive. Attualmente l'uso orale degli oli essenziali non è consentito, ragion per cui ci si deve necessariamente accontentare di sfruttare le loro proprietà attraverso la loro diffusione nell'ambiente. Pare che recentissime ricerche abbiano confermato la loro azione sul sistema nervoso, i quali influenzerebbero positivamente le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Come si ottengono gli oli essenziali: Gli olii essenziali vengono solitamente estratti mediante distillazione in corrente di vapore, anche se in alcuni casi (epicarpo degli agrumi) la spremitura avviene a freddo con il metodo della sfumatura. Gli oli essenziali vengono separati dall'acqua che li accompagnano, mediante decantazione e successiva separazione operata con apposito imbuto separatore. Gli oli essenziali sono sostanze prodotte dal metabolismo della pianta e contenute all'interno di vari organi della pianta stessa (foglie, frutti, semi, radici ecc). Gli oli essenziali sono sostanze volatili che si diffondono nell’aria anche a temperatura ambiente. Contrariamente a quanto si può profanamente pensare, e a dispetto del loro nome, gli oli essenziali non sono affatto sostanze grasse, le quali non hanno affatto la capacità di volatilizzare nell'ambiente. Gli oli essenziali vengono sovente chiamati "essenze"; tuttavia questo termine è piuttosto equivoco, poiché anche le sostanze aromatiche di sintesi possono essere definite tali. In realtà solo gli oli essenziali hanno la prerogativa di essere naturali perché ottenuti per estrazione da fonti vegetali.
Solubilità: Gli oli essenziali sono solubili in olio ed alcool etilico. Sono assolutamente insolubili in acqua.
Cosa evitare: • Non vanno usati puri sulla pelle o assunti per via orale senza precise indicazioni mediche. • Evitare il contatto con occhi e mucose. • A causa della loro insolubilità in acqua, sconsigliamo i bagni in cui sia preventivamente stato versato uno o più oli essenziali, perché verrebbero a contatto diretto con la pelle senza loro diluizione.
Usi più frequenti: • Diluiti in oli fissi (olio di mandorle dolci, di lino, di jojoba etc) e spalmati sul corpo mediante massaggio. • Per diffusione nell'ambiente mettendo alcune gocce nell'acqua di un diffusore d'aromi o nella vaschetta del termosifone. • Attraverso inalazione diretta mediante suffumigi (4-5 gocce di oli adatti a questo scopo nell'acqua molto calda ma non bollente), oppure mettendo 2-3 gocce sul fazzoletto che deve essere accostato al naso dalla parte opposta onde evitare il contatto diretto con la pelle. • Per gargarismi previa diluizione degli oli essenziali su una soluzione idroalcolica (quest'ultimo uso richiede una minima conoscenza della tecnica galenica).
Adriano Sonnini |