Monografia crisantello
CHRYSANTHELLUM AMERICANUM L.
Storia
ed usi tradizionali - clinica
farmacologica
modalità d'uso
- farmacopea cinese
impiego del chrysanthellum americanum nelle forme "tan
yin"
tan-freddo - tan-calore
considerazioni
sull'impiego dell'estratto di chrysanthellum
caso clinico
- diagnosi e terapia
- descrizione
botanica
varietà - indicazioni - componenti principali - galenica
STORIA ED USI
TRADIZIONALI
E' curioso notare come l'uso di questa pianta, praticato dai popoli africani, fu
conosciuto solo più tardi rispetto a quello del Nuovo Mondo, la cui importazione era
avvenuta attraverso un tale di nome Ajax e le cui indicazioni si limitavano all'azione
cicatrizzante e alle colopatie di varia natura.
Al contrario le informazioni provenienti dalle regioni dell'alto Volta sono più
rivolte ai problemi epatici e calcolotici.
Nel Likoula, il decotto della pianta intera è usato come bevanda nei malati
affetti da ittero emoglobinurico e serve inoltre per combattere la blenorragia e la febbre
gialla, quando la si raccoglie con tutta la radice.
Nel nord della Nigeria le foglie vengono mescolate con l'Henné per tingere le
unghie (Dalziel 1937); in altre regioni la pianta intera è usata per fare dei cataplasmi
destinati ad ottenere la maturazione di foruncoli e ascessi (Carpenter 1225) o viene anche
usata come febbrifuga nei bambini.
L'infusione della pianta intera, senza radice, unitamente al Tamarindus indicus
(leguminosa) è utilizzato in una regione a Nord della Nigeria per l'epatite (Jackson
1973), mentre come decotto nel Congo, trova applicazione nelle itterizie e nelle
complicazioni urinarie.
Nel Ghana del nord, le foglie macerate vengono miscelate con delle materie grasse
tratte dall'albero Butyrospermum Parkii per il trattamento di turbe cardiache; nel
linguaggio Loore la pianta è chiamata "foglie per il cuore".
Il suo uso si ritrova inoltre nelle isole Antille, dove viene chiamata "la
piccola pianta che pulisce", facendo un chiaro riferimento alla sua azione drenante
epatobiliare.
Nell'isola di Cuba poi il Chrysanthellum, da molti ancora chiamato con il nome
d'origine congolese "dunbuande", è consacrato al dio Oshun del pantheon degli
orisha yoruba, considerato dio dell'oro. Qui si usa il decotto per i dolori gastroenterici
mentre, sotto forma di lavaggi serve per fortificare il cuoio capelluto e tutto
l'organismo.
In Giamaica viene chiamato "strong back", schiena forte, per la
reputazione di antalgico nei disturbi reumatici e renali.
CLINICA FARMACOLOGICA
Gli studi farmacologici e tossicologici confermano e precisano gli effetti
costatati attraverso l'uso tradizionale della pianta.
Per ciò che riguarda le proprietà angioprotrettrici queste si manifestano
attraverso una diminuzione significativa della permeabilità e un aumento relativo delle
resistenze capillari, con un rapporto dose effetto, sempre superiore a quello della
rutina, preso come termine di riferimento.
L'azione antinfiammatoria verificata nell' animale nei confronti degli edemi è
più rapida e duratura di quella ottenuta con rutina, aspirina e fenilbutazone.
L'azione antiaggregante piastrinica è stata verificata in un modello
sperimentale nel coniglio, trattato preventivamente còn una sostanza ad azione
trombotica, mostrando un quadro elevato di attività, rilevato attraverso vari testi.
É stato inoltre inoculato Chrys per via venosa, dando come esito una modesta
diminuzione della frequenza cardiaca ed una leggera ipotensione.
Per ciò che riguarda l'azione coleretica essa è importante e qualitativamente
significativa poiché il flusso biliare è fisiologicamente progressivo e stabile, oltre
che ricco in sali biliari e bilirubina. Paragonato al Carduus Marianus per l'azione
epato-protettiva si è dimostrato nettamente superiore, perché oltre a proteggere
l'epatocita dai vari tossici metabolici è più attivo nei confronti dell'alcool etilico.
L'esame istologico del fegato dell'animale intossicato da alcool, e pretrattato
con Chrys, non presenta mai necrosi cellulare ed anzi esistono isole di parenchima epatico
intatte come verificato al microscopio elettronico.
L'azione epatoprotettrice nei. confronti dell'alcool si manifesta nello spazio di
12-15 .giorni.
Altro fatto importante è che la pianta agisce sul citocromo P 450, come
induttore enzimatico di questa emoproteina, vera chiave di volta della biotrasformazione e
degradazione delle sostanze endogene ed esogene che subiscono il processo di ossidazione e
idrossilazione.
Numerosi studi a tale riguardo dimostrano che il Chrys possiede una buona
attività antiperossidante dovuta al suo ruolo di chelante dei radicali liberi, che sono i
maggiori responsabili delle alterazioni di membrana dell'epatocita.
Questi provocano infatti una lisi cellulare con successiva inondazione enzimatica
che rompe così l'equilibrio strutturale delle cellule.
Anche i flavonoidi della pianta partecipano a mantenere integra la funzione
protidogenica, antitossica e biligenica, proteggendo la membrana lisosomiale,dall'azione
distruttiva dei radicali liberi.
Ai flavonodi spetta inoltre la peculiarietà di orientare il glucosio sulle vie a
più alto rendimento energetico, laddove cioè una molecola di glucosio degradata libera
34ATP (il ciclo di Krebs).
In tale maniera si realizza un rilancio energetico dell'epatocita e di
conseguenza una stimolazione delle funzioni maggiori del fegato. Inoltre sono stati
condotti studi farmacologici, su topi intossicati da adrenalina, che hanno dimostrato
essere significativamente protetti quando venivano pretrattati con il Chrys: si riduceva
significativamente tale tossicità nei confronti dei controlli non trattati o trattati con
Viti C.
Prove tossicologiche hanno infine dimostrato che dosi cinquanta volte superiori
alla posologia umana per via orale, sono prive di tossicità acuta o cronica, come pure di
azione mutagena.
MODALITÀ D'USO
Nelle ipercolesterolemie da stasi, la terapia media è di 20 giorni al mese per
alcuni mesi, da ripetersi poi in primavera e in autunno.
La posologia in capsule in fase di attacco può essere di 2+2 ai pasti principali
per passare poi ad 1+1. Lo stesso schema vale per lE .F riferito a cucchiai.
Nelle ipercolesterolemie da stress la durata del trattamento inizialmente è di 3
mesi alla dose di 3 cucchiai di E F suddivisi ai pasti principali da ripetersi due volte
l'anno ai cambi stagionali.
Nelle dispepsie epatobiliari, con nausea, vomito, gonfiore addominale ed astenia,
3 capsule da 400 mg. o 3 cucchiai di E.F. venti giorni al mese per tre mesi da ripetersi
durante l'anno all'occorrenza. Nell'etilismo la durata del trattamento è la stessa ma la
posologia è più elevata.
Nella malattia calcolosa renale lo schema sarà di 20 giorni al mese in fase di
attacco per tre mesi, nella fase di prevenzione dieci giorni al mese per sei mesi.
La posologia in ambo i casi sarà di 1,2-1,6 gr al giorno (3-4 cps).
Nella calcolosi biliare seguiremo lo schema di venti giorni al mese per 9-12
mesi, con 4 somministrazioni giornaliere.
Il trattamento venoso ed arterioso sarà di venti giorni al mese, ma nel primo
caso (venoso) la posologia sarà la metà (3 caps. al dì) per un periodo di sei mesi, nel
secondo caso il trattamento si protrarrà in funzione della sintomatologia.
Come preventivo per l'arteriosclerosi cerebrale il trattamento sarà di soli 10
giorni ogni mese, alla posologia di 2-3 somministrazioni giornaliere (E.F. o estratto
secco) per un congruo periodo di tempo.
FARMACOPEA CINESE
Data la recentissima introduzione della pianta nella terapia (in Occidente),
mancano precisi riferimenti energetici relativi al sapore e alla natura del principio.
Analizzando comunque le azioni primarie e secondarie (coleretica,
epatoprotettrice, capillaro-protettrice, antiflogistica, antitrombotica, analgesica) si
può affermare che la pianta agisce a tre diversi livelli: Legno (Mu), Terra (Tu) Asse
Chao-Inn (Rene-Cuore), con una azione di tonificazione dello Inn e riduzione dello Yang in
eccesso.
La medicina energetica può avvalersene come pianta di drenaggio generale, sia in
condizioni acute (stress), che croniche ed inveterate con segni di risentimento
Yin.
Inoltre la pianta (per la sua azione antilitiasica) è sicuramente in grado di
disperdere l'eccesso di tale umidità.
Pertanto può essere utile usare il Chrysanthellum in corso di ipersecrezione
mucosale: soprattutto di tipo "calore" (Re) con catarro giallo e collante, alvo
stitico, diuresi contratta, urine cariche, patina linguale adesa e sottile, polso rapido e
superficiale. (Per inciso ricordiamo che i calcoli di tipo umidità calore sono: tutti i
calcoli biliari ed i calcoli ossalatici ed uratici delle vie urinarie).
L'azione sull'asse Chao Inn spiega l'efficacia del Chrysanthellum, nella
vasomozione e come capillaroprotettore (aumento della resistenza e permeabilità
capillare), mentre l'azione sul Legno (Mu) rende la pianta utile nelle astenie croniche a
forte impronta tossica o muscolare.
L'azione, infine, sullo Inn della Rata (Milza-Pancreas) spiega la riduzione dei
livelli lipemici e l'efficace azione antitrombotica, fluidificante ed
emoreologica.
IMPIEGO DEL CHRYSANTHELLUM AMERICANUM NELLE FORME
"TAN YIN"
Le sindromi "Tan Yin" in M.T.C. sono ascrivibili ad una perturbazione
dei liquidi organici (Jing-ye) con coinvolgimento del "Qi della Milza" (Pi).
Alla base dei catarri, vi è una conglomerazione dei liquidi organici o per : 1)
aggressione esterna (Liu-Yin-Xie); 2) per turbe psichiche che danno luogo ai cosiddetti
"catarri sottili" (Kespi).
I catarri ostruiscono il Qi e perturbano lo Shen causando una serie di turbe fra
cui asma, lipotimia, cardiopalmi, ecc.
Un ristagno di liquidi organici si manifesta, secondo la M.T.C., con mucosità
che possono essere: 1) Tan (o mucosità densa), 2) Yin (o muccosità fluide), 3) Shui Qi
(o edemi).
Tra questi tre tipi, il primo è senza dubbio più frequente.
I Tan si associano, di solito, ad una o più, delle energie perverse, così
abbiamo le sindromi: 1) Tan-vento; 2) Tan calore; 3) Tan freddo; 4) Tan-umidità; 5)
Tan-secco-umidità.
Di queste sindromi le più comuni e interessanti sono quella da calore e quella
da freddo delle quali diremo i tratti più salienti.
TAN-FREDDO
Questa sindrome è caratterizzata da uno stato di ipersecrezione delle mucose con
formazione di catarro bianco, filante, facile da staccare, patina linguale sottile e
biancastra; il paziente ha timore del freddo con forti dolori alle ossa, crampi gastrici,
costipazione, poliuria, perdite bianche filanti.
Il polso è profondo (chen) e rallentato (Chi).
TAN-CALORE
Questa sindrome è caratterizzata da uno stato di ipersecrezione delle mucose con
formazione di catarro giallo, spesso, difficilmente staccabile, con dispnea e faringite.
Se questi catarri dovessero ostruire lo Shen del cuore, appaiono allora
agitazione e irritabilità, fino ad accessi di demenza.
Il paziente accusa, inoltre, bruciori allo stomaco, diarrea, continua sensazione
di fame, oliguria con urine cariche, secrezioni nasali dense.
Mentre sono state ampiamente descritte le sindromi cardiache (Sinn) e le forme
respiratorie (Xiào Chuan) da catarro (Tan), pochi lavori riguardano la forme
lipotimiche che possono essere a buon diritto inserite nella categoria delle forme
"JUE".
In M.T.C. le sincopi si definiscono "tsiue" (stesso radicale di
malattia) e si differenziano in "calde" e "fredde".
Si definiscono forme legate ad un arresto con rivolta dell'energia (Qi) e sono
caratterizzate da "perdita della coscienza, sudorazione, immobilità".
Una improvvisa perdita di coscienza senza segni post-critici e con raffreddamento
dei quattro arti rientra a buon diritto fra le forme Jue.
La diagnosi differenziale si porrà nei confronti di epilessia, "zhon
feng", coma.
Nelle epilessie (dian tian) l'aura e le manifestazioni critiche consentono
un'agevole diagnosi. "Nell'attacco diretto del vento (zhong feng) la paralisi del
facciale, l'emiplegia, le turbe della fonazione sono elementi patognomonici.
In caso di coma (hun mi) i sintomi di eclissi della coscienza durano a lungo e si
associano a segni gravi di tipo generale.
Le affezioni Jue (citate inoltre al capitolo 30 del Neijing, al capitolo 34 del
Lingshu, nello Shanghanlun ed in opere classiche successive), si dividono in: forme da
pieno, forme da vuoto ed infine forme da catarro (Tan Jue).
Le forme da pieno si dividono in Qi Jui (il Qi del fegato è bloccato e circola
contro corrente) e Hue Jue (ostruzione dello shenming e chiusura degli orifizi della testa
anche ad opera del sangue).
Le forme da vuoto sono anch'esse di due tipi:
- Qi Jue (vuoto dell'energia Yuan, debolezza di zhong qi e quindi di yang puro
che nutre il cervello);
- Hue Jue (perdita di sangue per emorragie croniche o traspirazione profusa,
ovvero diarrea imponente vuoto di sangue e/o di liquidi organici).
Le forme Tan Jue sono invece caratterizzate da: perdita brutale e di breve durata
della coscienza (Tou-Ruan Hun Jue), sensazione di catarro in gola, vomito di catarro,
respirazione rapida e bruciante, induito linguale bianco e denso, polso profondo e
scivoloso.
Circa la patogenesi si tratta di una ostruzione della circolazione del Qi operata
dal catarro, quindi sui testi classici si afferma "che il Qi è bloccato all'interno
dal catarro in eccesso". Per le altre forme (più rare) di Jue si rinvia al trattato
Sirong Zhongyi Neikezue ed ai lavori di Guillaume e Mach e di Auteroche citati in
bibliografia.
Per le ragioni patogenetiche prima esposte le forme Tan-Jue non si accompagnano
ad ipotensione.
CONSIDERAZIONI SULL'IMPIEGO DELL'ESTRATTO DI CHRYSANTHELLUM
Il principio è attivo sui catarri in senso generale attivando sia il
"Qi" della Rata che promuovendo un controllo della via dei liquidi organici (Tao
Shui).
La dimostrata azione drenante del principio sulla energetica generale dei
soggetti bulemici o pletorici (Rata, Orbis della Terra) e la generale azione
reonormalizzante (Guillot. e coll. 1988) confermano l'ipotesi di impiego preventivo in
pazienti potenzialmente predisposti a forme recidivanti di Tan-Je (perdita improvvisa di
coscienza senza segni post-critici per eccesso interno di catarro). Controindicato invece
in fase acuta poiché i diversi studi farmacologici (soprattutto francesi) dimostrano
un'azione vasodilatatrice, bradicardizzante ed ipotensivante generale.
In fase acuta si impiegheranno principi adrenomimetici in grado inoltre di agire
sullo Yang e sulla cosiddetta "apertura degli orifizi della testa" (Angelica,
Artemisia, Inula, Mentha, Stellaria, ecc.). Nelle forme Hue Jue da vuoto saranno invece
utili gli emostatici astringenti che tonificano il sangue: Agrimonia, Pilosella ed
Eupatoria, Salvia ecc.
CASO CLINICO
M.Z., 37 anni, sesso femminile.
Da circa 3 anni crisi lipotimiche recidivanti, (incidenza mensile, circa), senza
segni cardiovascolari, neurologici, dismetabolici tali da permettere un inquadramento
clinico preciso.
Le crisi non sono in relazione col catamenio, né con particolari condizioni di
stress.
Una visita psichiatrica non evidenzia che "lieve stato ansioso
reattivo".
La paziente soffre, inoltre, di tosse cronica di tipo catarrale (catarro denso e
collante) legata ad una faringite cronica granulomatosa post-tonsillectomica.
Buona mangiatrice soprattutto di carne rossa, beve circa 3 bicchieri di vino
rosso ai pasti dall'età di 19 anni, fuma circa 15 sigarette al dì e consuma da 3 a 4
caffè al giorno.
Nulla circa il menarca ed i cicli mestruali: due gravidanze a termine in
eutocia.
Nulla nell'anemnesi famigliare.
Non precedenti medici di rilievo (nessun ricovero tranne quello - all'età di 12
anni - per tonsillectomia).
Le diverse terapie analettiche (metilxantone, cardiamina, motidrina) ed un ciclo
di bio-feedback non hanno avuto influenza sull'andamento generale delle crisi.
All'ispezione la paziente appare robusta, stenica, con masse muscolari ben
sviluppate e toniche al tronco ed all'addome, estremità (braccia soprattutto) alquanto
gracili.
Le unghie sono forti, quadrate, con epinichio ipertrofico, la mano è corta e
tozza.
Il viso (rotondo, con mento sfuggente, non imbibito) ha un colorito rubicondo
(eritrosi zigomatica) evidenti ectasie venose a livello dei solchi naso-genieni.
Lieve retrazione gengivale con colletti scoperti ed evidente parondontiasi di
grado lieve, lingua di aspetto slargato con evidenti impronte dentarie marginali.
Induido grasso, denso e di colore bianco-giallastro; polso profondo, a tratti
glissante.
DIAGNOSI E TERAPIA
Poniamo diagnosi di "ostruzione del Qi da eccesso interno di catarro"
(Tan-Jue) in un soggetto terra con Qi della Milza compromesso da una alimentazione calda
con ampio uso di alimenti lesivi e tossici (Du).
Trattiamo con agopuntura (12 VC, 7 P, 20-21 V, 40 E) e fitoterapia (estratto
fluido di Chrysanthellum Americanum, tre cucchiai da tavola dopo i pasti principali in
dosi refratte). Le sedute agopunturistiche vengono eseguite con ago semplice ed a cadenza
settimanale. Alla quinta seduta la paziente lamenta lieve crisi lipotimica. Dopo la
settima seduta scompare la tosse e l'induido linguale si fa sottile e biancastro. Il polso
resta glissante.
Alla dodicesima seduta (tre mesi di terapia) non più crisi lipotimiche, polso
regolare.
Interrompiamo il trattamento prescrivendo una dieta di tipo
"rinfrescante", priva di spezie e carni rosse e senza nervini.
La paziente viene tenuta a regime dietetico e stretto per altri due mesi. Al
controllo riferisce scomparsa delle lipotimie e del catarro. Consigliamo cure periodiche
(30 gg. ogni 2 mesi con Chrysanthellum A. 1 cucchiaio dopo cena).
Dott. Carlo Di Stanislao, Dott. Leonardo Paoluzzi, Dott. Mario Gabriele
CHRYSANTHELLUM AMERICANUM L.
NOME VOLGARE ITALIANO: Camomilla d'oro
Famiglia: Compositae Asteraceae
DESCRIZIONE BOTANICA
Piccola pianta erbacea, strisciante o appena eretta, con foglie alterne
profondarnente pennatosette e poco numerose, munite di lungo picciolo; quelle basali
formano una rosetta soprattutto nei soggetti giovani, sono divise in 3-5 lobi profondi,
potendo ogni lobo essere suddiviso a sua volta; presentano inoltre una grossa nervatura
mediana e una sottile punta all'estremità.
Il margine inferiore lungo da 15 a 35 mm. disegna degli arabeschi sul fondo
bianco della sua pagina inferiore, mentre superiormente è rugoso.
I fiori posti su di un peduncolo lungo 5-6 cm. sono di colorito giallo o arancio
e grandi da 3 a 5 mm, diventano più grandi quando iniziano a crescere i frutti.
Essi si presentano radiali ed eterogami, ligulati nella cerchia esterna e
tubolosi all'interno.
I frutti sono degli acheni piatti, di colore bruno che si espandono verso la
sommità e sono bordati da un'ala biancastra.
VARIETÀ
Questa pianta è conosciuta dai botanici sotto il nome di Chrysanthellum indicum
sub specie afro-americanum di Turner.
La varietà Chrys. americanum di Vatke ha generato da
sempre grosse problematiche botaniche.
INDICAZIONI
L'utilizzo maggiore di tale pianta viene praticato nei confronti delle epatopatie
sia tossiche che alcoliche come pure nelle sequele postepatitiche virali.
In questi casi le proprietà antilipoperossidanti e antiepatotossiche giuocano un
ruolo di primaria importanza sia sul piano sintomatologico che sul piano clinico e la
terapia si traduce in una diminuzione molto rapida e netta dell'astenia, quale espressione
di un rilancio delle grandi funzioni epatiche.
Inoltre numerosi studi di questi ultimi dieci anni, mostrano che pazienti
sofferenti; di gonfiori addominali con nausea e meteorismo, reagiscono in maniera positiva
al trattamento con Chrys, con la sparizione della sintomatologia e con il recupero del
senso di benessere generale.
Una indicazione molto importante è nei confronti delle ipercolesterolemie
resistenti a qualsiasi trattamento farmacologico o dietologico classico.
In effetti questo vegetale per il suo spiccato tropismo epatico e quale
attivatore della coleresi, permette di normalizzare quel colesterolo definito da
"stasi" dei grossi mangiatori che non è removibile con altri mezzi.
Ma ciò che lo rende ancora più interessante è la capacità di ridurre
l'ipercolesterolemia dei pazienti ad ipertono adrenergico legato all 'ipossia epatocitaria
derivante dalla vasocostrizione splancnica e che viene indicata come
"ipercolesterolemia da streess".
È proprio opponendosi a tale ipossia che il Chrys normalizza la biosintesi del
colesterolo.
I risultati ottenuti dimostrano infatti una riduzione del 20% del valore del
colesterolo e del 40% dei trigliceridi quando sono trattati squilibri singoli, mentre
molto più incisiva è l'azione sui grassi quando lo squilibrio lipidico è globale.
È stato verificato inoltre che viene migliorata la tollerabilita ai fibrati che
eventualmente possono essere associati alla terapia.
Altra indicazione decisamente importante è in riferimento alla discrasia
calcolosa, che sembra riconoscere oggi una sua genesi unitaria ben precisa a livello del
fegato.
Per ciò che riguarda la litiasi salivare si sono ottenuti buoni risultati con
tempi terapeutici di 10-15 gg, mentre nella litiasi biliare è possibile ottenere
leliminazione dei calcoli radiotrasparenti con un trattamento di circa un anno: i
risultati sono più rapidi quando il calcolo è di natura colesterinica.
L 'indicazione, che nell'ambito calcolotico merita in ogni caso maggior
attenzione, è relativa alla calcolosi renale, al punto che il Chrys, si può definire
come il primo "Litotrissore" vegetale.
L 'estratto secco o fluido ha in effetti mostrato azione curativa nella litiasi
cistinica e senza dubbio preventivo nella litiasi ossalica.
In questo ultimo caso infatti studi radiografici ed ecografici hanno dimostrato
che il calcolo può subire una stabilizzazione o una diminuzione del suo volume, senza mai
peraltro subire un aumento. Le coliche renali traggono un buon beneficio da tale terapia
in quanto si riducono nel tempo sia in frequenza che in intensità.
La prima conclusione di un lavoro sperimentale durato dieci anni presso un centro
specializzato di Lione, dimostra che alcuni principi attivi della pianta sono capaci di
inibire in vivo la crescita degli ossalati di calcio, confermando così i risultati
clinici di prevenzione osservati su circa 2000 pazienti.
Infine la presenza di flavonoidi ne impone l'uso nel trattamento dell'apparato
circolatorio sia arterioso che venoso.
Sul piano venoso studi in doppio cieco contro placebo hanno dimostrato che la
pianta è uno dei più efficaci flebotonici attualmente conosciuti.
Di converso dal punto di vista arterioso, sia esami strumentali (esami
doppler)
che clinici hanno evidenziato la possibilità di incrementare del doppio il percorso di
marcia nei pazienti affetti da arterite obliterante degli arti inferiori, senza accusare
dolore.
Inoltre gli effetti positivi sulla microcircolazione sono valutabili sia
attraverso pletismografia che capilloroscopia. A tali indicazioni esistenti in
letteratura, ci permettiamo di aggiungere di aver riscontrato nel 90% dei 200 casi da noi
trattati, una costante e significativa diminuzione dei valori ematologici dell 'enzima
gamma-glutamiltransferasi (gamma GT).
Abbiamo addirittura considerato tale parametro come test indicativo della reale
attività della pianta e sono in corso studi statistici che ci dovrebbero permettere di
valutare appieno i risultati ottenuti, onde preparare un protocollo terapeutico adeguato.
In sintesi il Chrys risulta essere un punto di riferimento importante nella
terapeutica dell'uomo moderno, intossicato, stressato e superalimentato.
L'ampio ventaglio terapeutico lo pone, rispetto alle altre piante, su di un piano
particolare in quanto la molteplicità delle indicazioni lo fanno preferire in tutte le
situazioni in cui è necessario effettuare un drenaggio importante dei vari organi ed
apparati.
La sua potente azione nei confronti dei radicali liberi ci permette inoltre di
sostenere le affermazioni sopra esposte.
COMPONENTI PRINCIPALI
L 'esame analitico di un estratto di Chrys. mostra una ricchezza in quantità e
percentuale di flavonoidi (3 flavoni, 1 calcone, 1 aurone) così come di saponine inedite
e specifiche (Chrysantellina A e B).
Sono presenti inoltre acidi polifenolici, ac. caffeico e ac.
clorogenico,
sesquiterpeni e diterpeni.
GALENICA
Pianta secca in decotto, una tazza due-tre volte al dì.
L 'estratto fluido (rapporto 1/1) viene somministrato alla dose di 2-3 cucchiai
al giorno diluiti in un grosso bicchiere d'acqua con una goccia di limone.
L'estratto secco, nebulizzato, purificato e titolato in capsule da 400 mg, viene
consigliato durante i due pasti principali alla dose media di 2/3 capsule die.
Si precisa che i dati clinico-farmacologici, tossicologici e posologici
indicati nella presente monografia, fanno riferimento allESTRATTO SECCO CONCENTRATO
(nebulizzato) in cps da 400 mg. ed all'ESTRATTO FLUIDO preparati secondo la farmacopea
francese e "titolati" in flavonoidi.
MONOGRAFIE TRATTE DA: TMA TECNICHE MEDICHE ASSOCIATE
|