Revidox,
grazie alla sua elevatissima concentrazione di Resveratrolo,
rallenta l'invecchiamento cellulare, in virtù della sua
potente azione antiossidante (contrasta la formazione dei
radicali liberi), previene i problemi di natura
cardiovascolare e protegge la pelle dai danni occasionali e
dall'esposizione solare.
Riduce inoltre
la iperpigmentazione causata dall’avanzare dell’età o da una
eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. Protegge la
struttura del derma e dell' epidermide contrastando
l'invecchiamento cellulare; la pelle infatti recupera
compattezza e solidità, divenendo così più luminosa ed
elastica già dopo poche settimane dall’assunzione.
Previene le
rughe e attenua quelle esistenti. Revidox contribuisce
inoltre a risolvere diversi problemi legati
all'invecchiamento, quali perdita di memoria, aterosclerosi,
diminuzione della vista. Migliora sensibilmente l'aspetto
della pelle che appare più giovanile, è utile inoltre nel
contrastare i processi infiammatori e nello stimolare le
difese immunitarie.
Il tanto
atteso “elisir di lunga vita” è ottenuto prevalentemente dal
resveratrolo contenuto nell'uva. Il brevetto è spagnolo e il
prodotto, formulato secondi i criteri stabiliti da un gruppo
di ricercatori del Consiglio superiore di ricerche
scientifiche spagnolo (Csic), è assumibile in pratiche
capsule già disponibili e acquistabili nel nostro negozio on
line.
Nel corso di
10 anni, un'equipe scientifica ha investigato sulle
proprietà del frutto di Vitis vinifera, note fin
dall'antichità, ed ha brevettato il prodotto, come
integratore alimentare e non come farmaco, grazie alla sua
assenza di effetti collaterali. Come già è stato accennato,
la capsula rossa, chiamata Revidox, deve le sue proprietà al
resveratrolo, un antiossidante presente in ogni chicco
d'uva, che si è dimostrato efficace nella prevenzione dei
tumori (provocando apoptosi della cellula tumorale),
dell'obesità, dell'invecchiamento cellullare e nella
prevenzione delle malattie cardiovascolari e degenerative.
Il resveatrolo
è contenuto naturalmente nel vino rosso, ma i suoi maggiori
effetti benefici si manifestano solo se assunto in elevate
quantità, cosa impossibile da fare con il vino, dato che
questo contiene alcool e una quantità poco significativa di
resveratrolo. Gli scienziati spagnoli sono riusciti a
indurre l’uva a produrre quantità superiori alla norma di
resveratrolo, sottoponendola ai raggi ultravioletti.
In questo modo
l’uva produce resveratrolo, una sorta di anticorpo dell’uva
per difendersi dalle aggressioni esterne. Questa sostanza è
capace di attivare nell’organismo umano le “sirtuine”,
enzimi che regolano e proteggono il DNA e che hanno la
straordinaria capacità di ritardare l’invecchiamento
cellulare, aumentando in modo significativo la longevità
delle cellule. le sirtuine, sono popolarmente note come il
"gene della longevità''. Insomma, il risultato di questa
ricerca si chiama Revidox e l’efficacia del Resveratrolo è
racchiusa in una capsula, la quale contiene benefici per la
salute che sarebbero altrimenti ottenibili con 45 chili
d'uva! I polifenoli presenti nella buccia dell’uva rossa
sono stati associati al Melograno e al Selenio, che ne
massimizzano i benefici.
ll Resveratrolo ha la capacità di prolungare la vita di
alcuni organismi e, dalle prove di laboratorio compiute su
topi e altri mammiferi, si sono verificati miglioramenti a
carico dell'apparato intestinale, contro i processo
infiammatori acuti e nella protezione del colon. Il prodotto
per “l'eterna giovinezza” è consigliato a tutti, esclusi i
bambini in età pediatrica e le donne in gravidanza o in
allattamento.
La posologia
consigliata è quella di una capsula al giorno. E'
sufficiente infatti una capsula al giorno di Revidox per un
mese per riscontrare i primi benefici: pelle più luminosa,
tonica e compatta, rughe appianate e capelli più forti e
lucenti. Anche il fisico ne trae vantaggio, poiché aumenta
la resistenza del sistema immunitario e migliora la
circolazione cardiovascolare. Tutto ciò è possibile solo con
l'antiossidante di nuova generazione più apprezzato del
momento... |
La nostra
lunghissima coevoluzione con i vegetali, ha fatto sì che il
nostro organismo si sia adattato alla presenza di complesse
miscele di metaboliti secondari di difesa delle piante, che,
percepiti inizialmente come elementi dannosi, sono stati
trasformati, biologicamente e culturalmente, in agenti
terapeutici: questo fenomeno è noto con il nome di omiesi (o
xenomiesi. per sottolineare il contatto con un composto
estraneo all'organismo), e indica le azioni benefiche che
risultano dalla risposta dell'organismo ad un agente di
stress a bassa intensità, in questo caso, il metabolita
secondario, che a dosi elevate può essere dannoso (Howitz e
Sinclair, 2008). Dunque esiste un fenomeno paradossale per
cui metaboliti secondari, sembrano stimolare le risposte
stressorie pur non essendo tossici, come per esempio per i
curcuminoidi (Yun e Doux. 2007). Un composto xenormetico, è
spesso un composto polifenolico, sintetizzato dalle piante,
per stimolare diverse risposte adattative, per far fronte a
vari tipi di emergenza (siccità, radiazioni, infezioni,
attacchi di insetti, ecc.). Le piante avrebbero mantenuto
questa abilità, e altri organismi (compreso l'uomo),
potrebbero sfruttare questi composti, come componente del
loro proprio sistema di trasmissione dei segnali, dal
momento che i meccanismi di base della risposta stressoria
utilizzano le stesse molecole, sia in piante che in animali.
Quindi composti polifenolici. come il resveratrolo. i
sulforafani, i curciiminoidi, possono proteggere le cellule
da lesioni, stimolando la produzione di antiossidanti,
fattori neurotropici ed altre proteine correlate allo stress
(Marwah et al., 2007). Il ruolo del resveratrolo è stato
studiato ed esistono dati in letteratura che dimostrano una
sua interazione con la proteina SIRT1: questa regola
l'attività di enzimi responsabili della disponibilità di
nutrienti, e "inganna" il nostro organismo facendogli
credere di essere di fronte ad un periodo di bassa
disponibilità alimentare. Lo studio è stato effettuato con
un composto sintetico (SRT1720) su topi, dove è Stato
dimostrato che questa sostanza aumenta la resistenza durante
la corsa, protegge dall'obesità, dalla resistenza
all'insulina e, aumenta, inoltre, il metabolismo ossidativo
nel muscolo scheletrico, nel fegato e nel grasso bruno (Sun
et al. 2007). Da questo risultato, è quindi possibile
supporre, che basse dosi di composti xenormetici. possano
influenzare il metabolismo umano, ridurre il rischio di
prediabete, aterosclerosi, obesità, e, forse, anche processi
di tumorigenesi.
La ricerca sperimentale, mostra che le piante medicinali
esercitano simultaneamente la loro influenza su diversi
livelli e su diversi meccanismi tumorali, e le ricerche
epideimologiche, supportano questo dato mostrando, ad
esempio, che nelle popolazioni del sud est asiatico la
percentuale di rischio tumorale è inferiore rispetto a
quella statunitense: si ritiene, comunemente, che il consumo
alimentare di piante quali l'aglio, la curcuma, zenzero,
peperoncino, soia e brassicacee, sia alla base di questo
fenomeno di chemioprevenzione (Chon et al., 2008). Come già
accennato in precedenza, evidenze sperimentali attribuiscono
proprietà antiossidanti alla curcumina, che, alla pari di
altre sostanze, quali, per esempio, il resveratrolo e la
L-acetil-carnitina, viene utilizzata nel trattamento di
disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Alzheimer,
assumendo un ruolo importante come inibitore dell'acetilcolinesterasi
e come antagonista dei recettori NMDA (Mancuso et ai., 2007;
Pillich et al., 2005.
Un importante contributo ai benefìci delle funzioni
antiossidanti, è dato anche da composti fenolici quali
l'acido gallico, la quercetina e la rutina (Lopez er al.,
2003), e dall'astaxantina, un pigmento naturale rosso,
appartenente al gruppo dei carotenoidi.
Questa sostanza, per le caratteristiche uniche della propria
struttura, ha una capacità antiossidante due volte superiore
al beta-carotene, e da 100 a 500 volte superiore alla
vitamina E. (Kainath et al., 2008).
Inoltre, molte sostanze naturali ottenute dalle piante,
possono indurre fenomeni di attivazione delle difese
immunitarie contro agenti patogeni, o addirittura provocare
fenomeni di apoptosi nelle stesse cellule tumorali (Tatman.
2002).
Università degli Studi di Roma
"La Sapienza" Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e
Naturali |