Cenni di
Fitoterapia Generale
Il prodotto
erboristico è attualmente oggetto di un’evoluzione scientifica e
normativa che ne sta profondamente cambiando la fisionomia
nell’ambito dei presidi sanitari. Da un lato, la ricerca
biochimica e clinica ha notevolmente accresciuto le nostre
conoscenze sulle erbe officinali e sui loro derivati. In alcuni
casi, sperimentazioni cliniche condotte con le più moderne
metodologie hanno confermato le osservazioni empiriche della
medicina popolare (p.e., l’attività antidepressiva dell’Iperico
o l’attività nootropa del Ginkgo) fino a configurare queste
erbe, entro certi limiti, come veri e propri presidi
terapeutici; in altri casi, sono state scoperte le basi
biochimiche delle attività salutistiche di alimenti, come la
frutta e la verdura (p.e., l’attività antiossidante dei
flavonoidi ed il loro effetto preventivo sull’aterosclerosi); in
altri casi ancora, sono state evidenziate interazioni dei
prodotti erboristici con trattamenti farmacologici (p.e., gli
effetti dell’Iperico sul metabolismo epatico di farmaci) che il
medico deve conoscere per istruire opportunamente il paziente
sul loro uso.
Dall’altro lato, allo scopo di tutelare il consumatore, le
Autorità Regolatorie degli Stati membri dell’UE stanno
estendendo al prodotto erboristico una parte importante della
normativa attualmente in vigore per le specialità medicinali; in
particolare, anche i fitoterapici devono essere certificati
sotto il profilo della “qualità”, della “sicurezza” e della
“efficacia”.
La qualità del fitoterapico dovrà essere attivamente ricercata
con l’attenta selezione delle piante, del loro fenotipo e del
terreno di coltivazione; la standardizzazione del processo
produttivo, delle tecniche estrattive e del contenuto di
principi attivi nel prodotto finito; l’accurata ricerca degli
agenti inquinanti sia nella droga di partenza sia del prodotto
finito.
La sicurezza di uso dovrà essere garantita dalla rimozione di
componenti tossici eventualmente presenti nella droga di
partenza (p.e., gli acidi ginkgolici del Ginkgo), dallo studio
del potenziale tossico del fitocomplesso (p.e., le reazioni di
fotosensibilizzazione provocate dall’ipericina, principio attivo
dell’Iperico) e da un’attenta valutazione del rapporto
rischio/beneficio, cioè dell’intervallo terapeutico che, per un
farmaco, separa la dose terapeuticamente attiva da quella
tossica.
Infine, l’efficacia dovrà essere certificata da opportune
ricerche cliniche che confermino l’attività preventiva o
coadiuvante il trattamento farmacologico di una determinata
condizione patologica o parafisiologica.
Queste regolamentazioni avvicinano molto il prodotto erboristico
alla specialità medicinale, anche se - per le sue
caratteristiche - il prodotto erboristico non può sostituire il
farmaco, ma semmai lo precede in una scala di gradualità
crescente della patologia; lo affianca per potenziarne
l’attività o migliorarne la tollerabilità; lo segue per
mantenere i risultati terapeutici conseguiti. Il prodotto
erboristico diventa pertanto un presidio sanitario da affiancare
al trattamento farmacologico con finalità salutistiche.
L’evoluzione delle conoscenze scientifiche e degli aspetti
normativi dei prodotti erboristici rende ragione dell’effettivo
status della fitoterapia: una vera e propria “scienza”, con
implicazioni nutrizionali, biochimiche, farmacologiche e
mediche.
Pur non negando l’aspetto psicologico e funzionale legato
all’atto medico ed alla somministrazione di un presidio
salutistico (effetto “placebo”), è indubbio che – relativamente
alle erbe officinali che saranno oggetto del presente libro – la
fitoterapia si pone a stretto fianco della medicina allopatica,
a molte “miglia” di distanza dalla medicina omeopatica o da
altre tecniche terapeutiche non-convenzionali; più che mai, la
fitoterapia è separata dalla “stregoneria”, non solo da alcuni
secoli di uso tradizionale delle piante officinali, ma
soprattutto dalle migliaia di articoli scientifici che compaiono
ogni anno – ad opera di ricercatori di tutto il mondo – su
Medline e sulle altre banche-dati. Per questo, il Medico deve
conoscere la fitoterapia, e ne deve essere Protagonista (se
crede) - e non Spettatore passivo - nei confronti del proprio
paziente.
European
Bulletin of Drug Research |