Descrizione:
Patchoulj: Olio essenziale purissimo professionale...
Scheda Tecnica • Nome volgare: Patchouly • Nome botanico: Pogostenom cablin • Famiglia: Labiatae • Sinonimi e nomi stranieri e italiani: P. patchouli, patchouly, pucha-pat. Patchoulioel, oil of patchouly, essence de patchouli, paciuli.
Costituenti principali: Patchoulolo (oltre il 30%), alfa-bulnesene, cariofillene, alfa e gamma-guaiene, alfa e beta-patchoulene, pogostolo.
Predominanza: Caldo e suadente quest’olio non può che definirsi a predominanza yang.
Nota: La nota segnalata dalla lunga permanenza dell’aroma del patchouly nell’aria, è quella di base.
• Pianeta governatore: L’effetto di stimolo ed il desiderio di osare trascendendo i nostri limiti, che ci propone questa pianta, ne fa facilmente associare le proprietà al sole.
Chakra di riferimento: Stimola l’apparato uro-genitale governato dal 1° chakra.
Aspetto fisico: patchouly è una pianta erbacea cespugliosa perenne, che può raggiunge l’altezza di 1 metro. Possiede foglie ottuse della lunghezza di 5-10 cm, larghe da 1,5 a 3 cm, con il margine pelosissimo dal lato inferiore, leggermente lobato e dentellato. Il P. heynanus, a crescita spontanea, è l’unico del genere a produrre fiori di colore bianco con sfumature rossastre.
Provenienza: La pianta del patchouly è originaria dell’Asia tropicale. Attualmente si coltiva in Indonesia, Malesia ed in quantità inferiore nel Madagascar, nelle isole Seychelles, a Réunion, in Brasile e nel Paraguay. L’olio viene anche estratto dalle foglie essiccate importate in America ed in Europa.
Parti impiegate: Le foglie essiccate.
Metodi estrattivi: L’olio essenziale di patchouly si estrae per distillazione in corrente di vapore dalle foglie essiccate. La resa si aggira tra l’1,5 ed il 3%.
Caratteristiche: Liquido leggermente viscoso, limpido, di colore bruno rossastro, con odore caratteristico di muffa e canforato, che si intensifica con l’invecchiamento.
Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente rosso, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
Capacità di stimolo emozionale: Quest’olio essenziale, che trasporta con sé tutta la magia delle indie, ci pervade creando un'atmosfera sensuale che non da pace ai nostri sensi. O lo si ama o lo si odia. Il suo effetto afrodisiaco trae origine dall’evocazione di mondi caldi, speziati e coinvolgenti che non trovano corrispondenza nell’immaginario di tutti noi, ma solo di alcuni, che per reconditi motivi possiedono, quasi celata nell’inconscio, la sensualità di quei luoghi. Da ciò nasce la specificità del suo impiego. Tentare non nuoce! In ogni caso ci aiuta a superare i limiti generati dai nostri blocchi mentali. In forti dosi, il patchouly stimola e tonifica come il sole che lo guida aiutandoci a ridurre l’ansia mentre, in dosi ridotte, vanta un deciso effetto sedativo.
Altri usi: L’olio essenziale di patchouli viene impiegato tanto estesamente da rendere quasi impossibile specificarne l’applicazione. Non esistono profumi orientali o di fantasia che in quantità variabile non lo contengano. Oltre alla profumeria, è ampiamente utilizzato anche nella preparazione dei saponi. Nell’industria alimentare si utilizza come fissativo dei profumi ed anche perché è un ottimo mascherante di difetti del sapore o dell’odore.
Precauzioni e controindicazioni all’uso: Non è irritante, non provoca sensibilizzazione e non è tossico. Dato il suo odore caratteristico è buona norma, prima di utilizzarlo a scopo afrodisiaco, testare le eventuali reazioni del partner. Si tratta infatti di una nota non a tutti gradita. La sua caratteristica principale è quella di essere un profumo molto soggettivo o piace moltissimo oppure evoca odori spiacevoli di muffa.
Annotazioni storico-culturali: L’olio essenziale di patchouli viene utilizzato in Asia da secoli per profumare la biancheria e gli abiti, proteggendoli così dalle tarme. In questo modo è diventato un profumo così diffuso sul corpo delle persone, da rappresentare quasi un non-profumo. Sempre nei paesi orientali viene considerato come una barriera alla proliferazione di malattie infettive. Nella tradizione cinese, ma anche in quella malese e giapponese, si utilizza per curare raffreddori e disturbi digestivi. In molti paesi orientali si impiega per neutralizzare i morsi dei serpenti velenosi e le punture degli insetti.
Armonizzazioni con altri oli essenziali: Gelsomino egitto, Ylang ylang extra, limone, mirra, rosa damascena, salvia sclarea.
Contenuto Confezione: Flacone astucciato munito di dosatore contagocce da 10 ml.
Bibliografia: Zuccari
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L'Aromaterapia: Il termine Aromaterapia significa letteralmente "terapia con sostanze aromatiche". L'aromaterapia è quindi quella branca della fitoterapia che usa gli oli essenziali, detti anche oli eterei, nella cura di alcune malattie. L'uso più scientifico che è stato fatto con gli oli essenziali è quello battericida. Valnet, Gattefossè, Tisserand e Belaiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di alcuni oli essenziali, detti oli maggiori, nella cura di numerose malattie infettive. Attualmente l'uso orale degli oli essenziali non è consentito, ragion per cui ci si deve necessariamente accontentare di sfruttare le loro proprietà attraverso la loro diffusione nell'ambiente. Pare che recentissime ricerche abbiano confermato la loro azione sul sistema nervoso, i quali influenzerebbero positivamente le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Come si ottengono gli oli essenziali: Gli olii essenziali vengono solitamente estratti mediante distillazione in corrente di vapore, anche se in alcuni casi (epicarpo degli agrumi) la spremitura avviene a freddo con il metodo della sfumatura. Gli oli essenziali vengono separati dall'acqua che li accompagnano, mediante decantazione e successiva separazione operata con apposito imbuto separatore. Gli oli essenziali sono sostanze prodotte dal metabolismo della pianta e contenute all'interno di vari organi della pianta stessa (foglie, frutti, semi, radici ecc). Gli oli essenziali sono sostanze volatili che si diffondono nell’aria anche a temperatura ambiente. Contrariamente a quanto si può profanamente pensare, e a dispetto del loro nome, gli oli essenziali non sono affatto sostanze grasse, le quali non hanno affatto la capacità di volatilizzare nell'ambiente. Gli oli essenziali vengono sovente chiamati "essenze"; tuttavia questo termine è piuttosto equivoco, poiché anche le sostanze aromatiche di sintesi possono essere definite tali. In realtà solo gli oli essenziali hanno la prerogativa di essere naturali perché ottenuti per estrazione da fonti vegetali.
Solubilità: Gli oli essenziali sono solubili in olio ed alcool etilico. Sono assolutamente insolubili in acqua.
Cosa evitare: • Non vanno usati puri sulla pelle o assunti per via orale senza precise indicazioni mediche. • Evitare il contatto con occhi e mucose. • A causa della loro insolubilità in acqua, sconsigliamo i bagni in cui sia preventivamente stato versato uno o più oli essenziali, perché verrebbero a contatto diretto con la pelle senza loro diluizione.
Usi più frequenti: • Diluiti in oli fissi (olio di mandorle dolci, di lino, di jojoba etc) e spalmati sul corpo mediante massaggio. • Per diffusione nell'ambiente mettendo alcune gocce nell'acqua di un diffusore d'aromi o nella vaschetta del termosifone. • Attraverso inalazione diretta mediante suffumigi (4-5 gocce di oli adatti a questo scopo nell'acqua molto calda ma non bollente), oppure mettendo 2-3 gocce sul fazzoletto che deve essere accostato al naso dalla parte opposta onde evitare il contatto diretto con la pelle. • Per gargarismi previa diluizione degli oli essenziali su una soluzione idroalcolica (quest'ultimo uso richiede una minima conoscenza della tecnica galenica).
Adriano Sonnini |