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Il Sistema Immunitario (1 Parte)

Un importante protagonista dell’Inverno: il sistema immunitario (Parte Prima)


II termine immunità deriva dal latino, e significa "protezione".
Il sistema immunitario è quindi un apparato protettivo, che difende l'uomo dalla nascita in poi.
Il suo compito principale è quello di proteggere il nostro corpo da agenti infettivi, come virus, batteri e parassiti, capaci di superare barriere cutanee e mucose. Esso è in grado inoltre di identificare la eventuale presenza di cellule, appartenenti all'organismo, ma deviate dalla norma (cellule tumorali), e di eliminarle.
Per svolgere il suo lavoro il sistema immunitario deve innanzi tutto riuscire a distinguere le cellule che fanno normalmente parte del nostro corpo da quelle estranee, che vengono genericamente definite antigeni.
Ciascuna delle migliaia di miliardi di cellule del nostro organismo è dotata di una propria "carta di identità": una particolare combinazione di molecole proteiche, situate sulla superficie della sua membrana cellulare.
Il sistema immunitario è in grado di ricordare l'aspetto di ogni cellula, mentre attacca tutte quelle che non possiedono quei particolari caratteri distintivi.
Inoltre, quando il sistema immunitario incontra un agente estraneo (batterio, virus), è in grado di memorizzarne le caratteristiche, e di prepararsi alla difesa nel caso tale contatto si ripresenti in futuro. Quest'ultima caratteristica viene sfruttata a nostro favore quando ci vacciniamo: viene infatti introdotto nel nostro corpo un agente infettivo attenuato, che non è cioè in grado di provocare la malattia, ma è sufficiente a stimolare e a preparare il sistema immunitario nel caso si verifichi un successivo vero attacco.
Le cellule, che circolano nel sangue e nella linfa, coinvolte nei meccanismi di difesa immunitaria, sono i globuli bianchi, il cui numero in un individuo ammonta a circa 7000 per ogni mm cubico di sangue.
I globuli bianchi, come i globuli rossi, derivano da un'unica categoria di cellule staminali pluripotenti, la cui sede principale è il midolle osseo. Un danno a queste cellule, per esempio in seguito e chemioterapia, radiazioni o malattie, può rendere contemporaneamente inefficienti i sistemi immunitario ed ematopoietico.

Granulociti                              Neutrofili 45-70%
                                                Basofili < 1%
                                                Eosinofili 1-3%


Monociti(3-7%)                     All'Interno dei tessuti i monociti si trasformano in Macrofagi.

Linfociti (25-30%)                Linfociti T (induttori, citotossici, soppressori)
                                                Linfociti B Cellule Naturai Killer

I globuli bianchi dotati di attività fagocitaria rappresentano le prima linea di difesa dell'organismo contro gli agenti estranei. Essi svolgono le loro funzioni nel tessuto connettivo, nel quale migrano grazie alle proprietà ameboidi (spingono delle porzioni de citoplasma cellulare verso l'esterno, come dei "falsi piedi"), dopo aver attraversato la parete dei vasi sanguigni.
Il sangue circolante rappresenta infatti il loro mezzo di trasporto dagl organi dove sono prodotti al tessuto connettivo, dove svolgono la lorc funzione e muoiono.
Ve ne sono di vari tipi, con caratteristiche strutturali diverse e differenti compiti difensivi.
I granulociti neutrofili rappresentano il 45-70% di tutti i globuli bianchi circolanti, e sono piccole cellule costantemente all'erta, dotata di grande mobilità, che, dall'interno dei vasi sanguigni, possono
passare nella compagine tessutale.
Quando raggiungono l'obiettivo, per esempio un batterio, lo inglobano, imprigionandolo dentro di sé.
Il loro citoplasma è pieno di granuli contenenti enzimi idrolitici acidi e sostanze antibatteriche (perossidasi, lisozima, fagocitina, leuchina ecc.), che essi riversano sul microrganismo, digerendolo, o meglio scomponendolo nei suoi elementi costitutivi.
Questi granulociti però degenerano e muoiono presto, sia per azione dei batteri, sia perché la loro durata di vita è limitata (1-2 giorni), e vanno a formare quella sostanza giallastra nota a tutti come pus.
Sono le cellule che partecipano più attivamente alle reazioni infiammatorie acute causate da un'infezione.

Da: Edizioni Planta Medica - Autori F. Mearelli, A. Giogli

Pubblicato da Amministratore di domenica 3 novembre 2002 alle ore 20:58 Commenti (0)

Il Sistema Immunitario (2 Parte)

Un importante protagonista dell’Inverno: il sistema immunitario (parte seconda)


Le altre due classi di granulociti: eosinofili e basofili sono presenti in quantità molto più bassa, intorno all'l-3%. Anche gli eosinofili fagocitano batteri, ma soprattutto distruggono alcuni prodotti che si formano a seguito delle reazioni allergiche, oltre ad esercitare un'azione citotossica diretta nelle infezioni da parassiti. Dei basofili ne esistono invece una forma circolante ed una che risiede nei tessuti; quest'ultima interviene nei meccanismi effettori delle reazioni allergiche.
I macrofagi intervengono tardivamente, dopo che la fase acuta dei processi infìammatori si è risolta, fagocitando e distruggendo, con i loro enzimi litici, residui cellulari e batteri.
Queste cellule sono distribuite in diversi organi e tessuti, quali il fegato, il polmone, il midollo osseo, i linfonodi, la pelle, il sistema nervoso ed il tessuto connettivo.
Nei polmoni, i macrofagi, fungono da cellule "spazzine", che inghiottono particelle di tutti i tipi: polvere, carbone, amianto, silice ecc., per evitare che danneggino il tessuto polmonare.
I monociti che circolano nel sangue rappresentano una riserva di fagociti, della quale l'organismo può rapidamente disporre nel corso di infezioni o se viene a contatto con sostanze estranee di varia natura. Fino a che essi rimangono nei vasi sanguigni contengono una quantità esigua di enzimi e sono privi di attività fagocitarla. Nel corso dei processi infìammatori abbandonano i vasi sanguigni ed accorrono nel sito di infezione, trasformandosi rapidamente in macrofagi tipici e acquistando proprietà fagocitarle e batteriolitiche.
Attraverso il processo della fagocitosi, quindi, i globuli bianchi eliminano i microrganismi invasori ed ogni possibile scoria dai tessuti.
Alla categoria dei globuli bianchi appartengono però anche i linfociti privi di attività fagocitaria, che difendono l'organismo in modo diverso: rappresentano infatti le cellule effettrici delle risposte immunitarie specifiche.
Se ne distinguono due tipi: le cellule B e le cellule T.
La maggior parte dei linfociti che circolano nel sangue sono del tipo T, solo il 5-15% appartiene al tipo B.
Negli anni 70 è stata scoperta anche un'altra classe di linfociti, che costituisce il 20-25% dei linfociti circolanti nel sangue, e che svolge un'attività "assassina" naturale, i Natural Killer (NK)
particolarmente specifici verso cellule infettate da virus e cellule tumorali. Queste cellule uccidono senza alcun aiuto da parte di altri componenti del sistema immunitario, anche se sembra che funzionino in modo più efficiente quando sono stimolate da una sostanza l'interferon, prodotta dai linfociti T attivati. Nell'ambito dei linfociti T si distinguono poi tre tipi: induttori (helper), soppressori (suppressor) e citotossici (killer).
Le cellule B originano nel midollo osseo e, sempre lì, raggiungono L loro maturità, cioè la loro competenza immunitaria specifica (la capacità di reagire in modo specifico) verso un determinato antigene mentre le cellule T dal midollo osseo si spostano per maturare ne timo (organo linfoepiteliale situato nella parte superiore del torace dietro allo sterno).
I linfociti sviluppano le loro innumerevoli specificità durante il periodo fetale, per cui, se il nostro sistema immunitario si è sviluppato in modo normale, è in grado fin dalla nascita di riconoscere-neutralizzare le sostanze estranee.
I linfociti B e i linfociti T sono i protagonisti di due tipi diversi e risposta immunitaria: quella umorale mediata da anticorpi e quella mediata da cellule.

Da: Edizioni Planta Medica - Autori F. Mearelli, A. Giogli

Pubblicato da Amministratore di domenica 3 novembre 2002 alle ore 20:06

Immunostimolazione

Immunostimolazione
Nell'ambiente in cui si trova a vivere, il corpo umano è continuamente attaccato da agenti esterni anche patogeni quali i batteri, virus, protozoi, funghi ecc.. Al nostro sistema immunitario spetta il compito di salvaguardare l'integrità del corpo e di difenderlo da tali attacchi oltre che a provvedere all'eliminazione delle cellule morte o displasiche.
È particolarmente importante trovare dei preparati che riescano a modulare la risposta immunitaria in modo che ad esempio si possa stimolare un sistema immunitario indebolito.
Oltre alla profilassi vaccinica e alla terapia basata sugli anticorpi1 si è venuto a delineare in campo medico il concetto di immunostimolazione. Per immunostimolazione si intende una serie di processi non specifici che favoriscono la stimolazior0 del sistema immunitario umorale e cellulare. La protezione che viene in seguito raggiunta prende il nome di paraimmunità.
Numerose ricerche hanno dimostrato che le risposte immunitarie possono essere potenziate da una serie di fattori di diversa natura ed origine. Sono state ottenute risposte molto positive con estratti provenienti da funghi e da piante.
Gli immunostimolanti, o immunopotenziatori sono sostanze che agiscono prevalentemente tramite la stimolazione non-specifica dei meccanismi di difesa immunitaria. Nella maggior parte dei casi non sono propriamente degli antigeni, ma piuttosto antigenemimetici.
Recentemente l'attenzione degli studiosi si è spostata verso il settore delle piante medicinali nel tentativo di individuare nuovi ed efficaci agenti immunostimolanti.
Nei diversi sistemi di medicina tradizionale di tutto il mondo, sono state utilizzate convenientemente molte piante soprattutto ad azione tonico-adattogena, per la maggiorparte delle quali oggi è stato possibile evidenziare anche un'attività immunostimolante. Molto interessante è notare come pur non conoscendo il concetto di immunostimolazione, oltre 2000 anni fa, si utilizzavano molte piante con il preciso scopo di poter risolvere disturbi e malattie che possono essere ragionevolmente associate a disfunzioni dei fattori immunitari.
È per questo motivo che sono stati eseguiti anche studi, per la ricerca di piante medicinali ad azione immunostimolante, in cui si è cercato di procedere in modo da affiancare alla ricerca scientifica rivolta alla determinazione della natura chimica delle droghe vegetali, l'esplorazione della conoscenza tradizionale delle piante medicinali usate nelle varie parti del mondo.
Nel 1980 Drews propone l'uso degli immunostimolanti come possibilità alternativa alla antibiotico-terapia e alla profilassi delle infezioni, soprattutto quando i meccanismi di difesa dell'organismo devono essere attivati in condizioni in cui il sistema immunitario è indebolito. In particolare si riferisce al trattamento delle malattie infettive, infezioni miste, sindromi da degenza, malattie infettive croniche, infezioni persistenti e i loro postumi immunopatogeni, infezioni batteriche e virali resistenti alla chemioterapia. Altro campo di applicazione per gli immunostimolanti è la profilassi delle infezioni opportunistiche dei pazienti a rischio con particolare riferimento alla profilassi delle infezioni virali. Potrebbero inoltre essere utilizzati in maniera conveniente come coadiuvanti nel trattamento delle malattie oncologiche.


Gli agenti immunostimolanti devono soddisfare alcuni requisiti generali:


* Nessuna o trascurabile attività antigenica;
* Nessuna induzione di reazioni allergiche, o di autoimmunità o altri effetti collaterali;
* Non essere cancerogeni o cocancerogeni;
* Essere soggetti ad una rapida degradazione biologica;
* Essere chimicamente definiti, almeno per quel che riguarda la classe chimica di appartenenza.


Gli immunostimolanti non-specifici e non antigene dipendenti non agiscono a livello delle cellule della memoria immunitaria, inoltre, dato che la loro azione farmacologica decresce in maniera relativamente rapida, è necessario somministrarli ciclicamente.
Il sistema immunitario aspecifico è costituito principalmente da fagociti (granulociti, macrofagi, monociti) e da diversi fattori solubili quali il sistema del complemento e le citochine. Non essendo antigene-specifico non possiede memoria. Viene coinvolto nella prima linea dei meccanismi di difesa che si attivano dopo un'infezione. Il sistema immunitario specifico per contro necessita di tempi più lunghi (alcuni giorni) per raggiungere un titolo sufficientemente alto. Perciò risulta particolarmente importante somministrare gli immunomodulanti ai primi segni di infezioni, ma soprattutto nella profilassi delle malattie da raffreddamento e influenzali.
Per gli immunostimolanti vegetali le indicazioni principali sono la profilassi e la cura delle infezioni virali semplici (sindromi influenzali) e la terapia delle infezioni batteriche. Inoltre possono essere importanti nella profilassi di infezioni opportunistiche in pazienti temporaneamente immunodepressi e nella terapia adiuvante dei tumori maligni.

*Vaccino: Sostanza che introdotta in un organismo provoca la formazione di anticorpi capaci di opporsi all'infezione da parte di un determinato germe infettivo. Il materiale da iniettare può essere costituito da piccoli quantitativi di germi vivi la cui virulenza è stata attenuata oppure da germi uccisi o da tossine alle quali si è sottratto il potere patogeno, conservandone il potere antigene (anatossine). Tramite questi preparati si vuole promuovere la cosiddetta immunità attiva, cioè dopo la vaccinazione l'organismo attiva il macchinario biochimico sintetizzatore di anticorpi occorrente per attivare una rapida ed efficace risposta ad una eventuale infezione futura da parte di quel particolare microrganismo.
Siero: Soluzioni iniettabili ottenute dal sangue di un individuo o da un animale (in genere cavallo, bue,ovini) che siano stati colpiti da una certa malattia infettiva e che - avendola superata -abbiano sviluppato nel proprio sangue anticorpi specifici verso gli antigeni della malattia in causa. I sieri teraputici sono preparati a partire anche da animali che siano stati vaccinati contro certe malattie infettive. A differenza dei vaccini la sieroterapia conferisce una immunità passiva, con una azione limitata nel tempo ma in compenso immediatamente efficace, che consiste nel semplice trasferimento diretto di anticorpi attivamente formati dal donatore al ricevente.

Da: Edizioni Planta Medica - Autori F. Mearelli, F. Pescari

Pubblicato da Amministratore di domenica 3 novembre 2002 alle ore 18:41 Commenti (0)

Immunostimolazione e Piante Medicinali

Immunostimolanti, perché e quando utilizzarli

Con il termine Immunostimolazione viene indicato un approccio profilattico o terapeutico che ha lo scopo di stimolare i meccanismi di difesa aspecifici tramite preparazioni vegetali o di altro tipo.
Le piante ad attività immunostimolante sono in grado di rafforzare le difese dell'organismo nei confronti delle sindromi influenzali o febbrili, con interessamento delle vie respiratorie superiori. Possono essere impiegate pertanto sia in modo preventivo che nella malattia in atto, variando opportunamente la posologia.
Siccome il sistema immunitario aspecifìco non è antigene-specifico, non possiede memoria, quindi ogni trattamento deve essere ripetuto nel tempo in maniera ciclica. La Commissione E del Ministero della Sanità tedesco ha proposto che ogni ciclo di somministrazione per gli immunostimolanti non debba prolungarsi oltre le 8 settimane.
La dose consigliata per l'Echinacea pallida è di 900mg/die di droga o preparazioni equivalenti per l'adulto. Nel testo della Commissione E (pubblicata 1992)non si fa riferimento alcuno al dosaggio da utilizzare per i bambini. Nelle Monografie ESCOP (ed. 2000) [Echinaceae pallidae radix ) invece in riferimento alla dose consigliata per i bambini viene riportato che questa deve essere stabilita in proporzione a quella degli adulti considerando l'età e il peso del bambino.
La posologia per gli immunostimolanti utilizzati in maniera profilattica è di una dose giornaliera, mentre durante la malattia è consigliabile triplicare la dose e proseguire il trattamento per 1-2 settimane.

• È importante scegliere un prodotto ad azione immunostimolante nei periodi di forte stress, lo stress infatti è tra i fattori che provocano abbassamento delle difese immunitarie.
• Anche negli stati depressivi si potrebbero utilizzare convenientemente alcune piante ad azione immunostimolante
in considerazione del fatto che anche in questa condizione si ha un abbassamento delle difese immunitarie.
• È particolmente indicato l'uso di immunostimolanti durante le epidemie influenzali sia come profilattico che con effetto propriamente curativo.
• Aumentando la capacità di difesa dell'organismo gli immu.iostimolanti possono essere utilizzati anche come coadiuvanti nel trattamento chemioterapico delle malattie tumorali.
• Nelle malattie infettive in atto è possibile utilizzare gli immunostimolanti come supporto della antibiotico terapia.
• Al cambiamento di stagione per tutte quelle persone (soprattutto per i bambini ) che hanno difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti climatici (primi freddi).
• In tutti quei soggetti che per motivi di lavoro, di studio ecc.. si trovano costretti a vivere in luoghi molto affollati (scuole, asili, fabbriche, uffici affollati, metropolitana ...) dove più alto è il rischio di contagio per malattie infettive.

Controindicazioni

La Commissione E in merito alle Echinacee raccomanda che le loro preparazioni non dovrebbero essere impiegate nel trattamento di malattie sistemiche progressive come tubercolosi, leucosi, collagenosi, sclerosi multipla; infezioni da HIV, AIDS, e patologie autoimmuni.
Alcuni autori ne sconsigliano l'uso anche nel diabete.
Queste controindicazioni devono essere estese anche a tutte le altre piante ad azione immune stimolante.
Non è raccomandata inoltre la somministrazione in gravidanza o durante l'allattamento perché non sono disponibili dati riguardanti i loro effetti sulla donna, sul feto e sul lattante.

Da: Edizioni Planta Medica - Autori F. Mearelli, M. Pescari

Pubblicato da Amministratore di domenica 3 novembre 2002 alle ore 17:45 Commenti (0)

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