•Potenziale antimicrobico del cren giapponese e della melissa
Parliamo di una pianta semiacquatica, originaria del Giappone. Il nome scientifico è Wasabia japonica, da noi è nota come "cren giapponese" in quanto ha molte rassomiglianze con il nostrano "cren" (o rafano), se non altro per la caratteristica radice dal sapore pungente, utilizzata per insaporire cibi. I giapponesi infatti, usano molto la radice di wasabia - ridotta in morbida pasta, oppure essiccata - quale aromatizzante del pesce crudo (sushi). Il sapore pungente della radice della pianta è da ascrivere alla presenza di isotiocianati. L'estratto dalla radice contiene anche un glucoside, la sinigrina, che ritroviamo anche nel nostro rafano. Le proprietà antimicrobiche dell'estratto dalla radice di wasabia sono conosciute da tempo e sono state sfruttate anche in interessanti applicazioni industriali, ad esempio in pitture marine antialghe e nella medicina popolare per curare la carie dei denti. Segnaliamo un recente brevetto USA che presenta questo estratto con funzione di preservante naturale, cioè quale ingrediente attivo verso certi ceppi batterici tradizionali, potenziali inquinanti di preparati cosmetici. Nelle formulazioni riportate, l'uso di questo conservante naturale è suggerito in associazione sinergica a copreservanti, tipo pentilen glicole o ad una miscela di undecilenoil glicina o capriloil glicina. Una miscela dei detti conservanti è idonea all'uso in preparati a base acquosa di ogni tipo, lozioni, emulsioni, geli, shamPOO, ecc. Aggiungiamo anche la melissa (Melissa officinalis L.) al lungo elenco, già tracciato nelle precedenti nostre rubriche, di piante officinali al riconosciuto effetto antimicrobico ed antiossidante, bloccante i radicali liberi. Dell'olio essenziale della pianta è stata valutata l'efficacia antimicrobica verso una serie di tredici ceppi batterici e sei funghi. L'attività bloccante i radicali liberi è stata valutata sul radicale DPPH (difenil pricrilidrazile) e sul radicale OH. Infine è stato valutato anche l'effetto protettivo dalla perossidazione lipidica seguendo l'attività di sistemi di induzione quali Fe2+/ascorbato e Fe2+/H2O2. Nel primo caso (attività antimicrobica) l'olio ha dimostrato marcato effetto anche su un ceppo in genere multiresistente quale Shigella sonnei, ed un significativo effetto antifungino verso le specie Trichophyton. L'olio esaminato ha rivelato forte capacità bloccante i radicali liberi verso entrambi i radicali usati (IC50 = 7,58 ug/mL per DPPH e IC50 = 1,74 ug/mL per OH ). Il forte potere bloccante dell'olio essenziale è stato attribuito in particolare alla presenza nella droga di aldeidi e chetoni monoterpenici (geraniale, citronellale, isomentone, ecc) e a idrocarburi sesquiterpenici (cariofillene). Un'elevata inibizione della perossidazione lipidica si è riscontrata col sistema di induzione Fe2+/H2O (95% per 2,13 ug/mL).
Da: Erboristeria Domani A Cura di Paolo Poggi
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